di Marco Spagnoli
@marco_spagnoli
Una notte di cinema non fa primavera ed una notte di primavera non fa un nuovo cinema. Eppure, forse, a dispetto di tutte le cautele più o meno possibili, le cose stanno diversamente e stanno cambiando.
I premiati di stanotte, ma anche i nominati che tornano a casa senza riconoscimenti da Youth a Fuocoammare, dagli esordienti L’attesa, Pecore in Erba a Banat passando per Non essere cattivo di Claudio Caligari, ci dicono che un cinema italiano nuovo e diverso è possibile.
Così come è possibile valorizzare i David di Donatello in una serata di spettacolo e premi su Sky e non più su una Rai disinteressata a valorizzare gli ‘Oscar’ Italiani.
Come?
Basta crederci.
Così come ci ha creduto Gabriele Mainetti nel produrre un film basato sulla sceneggiatura di Nicola Guaglianone e di Menotti che fosse in grado di intrattenere, divertire, ma anche di fare un po’ pensare.
Come ci ha creduto Paolo Genovese prodotto da Marco Belardi nel portare sullo schermo una commedia sofisticata che basasse la sua storia sul mondo reale e non su quello ‘pecoreccio’ post cinepanettone. Un racconto basato su un ‘high concept’ come dicono gli Americani, ma al tempo stesso che riguardasse chiunque possiede uno smartphone.
Come ci ha creduto Matteo Garrone nel prendere ispirazione da Giambattista Basile per portare sul grande schermo il suo film più ambizioso e complesso con il Racconto dei Racconti.
Credendoci tutti un po’ di più il cinema italiano può continuare probabilmente fare un percorso differente in direzione di un’internazionalizzazione di racconto che parte, incredibilmente, soprattutto da casa, per un pubblico che vuole vedersi raccontato in maniera diversa e più adatta ai tempi.
La libertà di stanotte è quella di poterci credere un po’ di più: i premi non cambiano la sostanza delle cose, eppure, spesso, possono innescare meccanismi positivi in cui il risultato finale sia più della somma delle parti in causa. Un successo che trascende l’essere autoreferenziali e guarda in direzione degli spettatori: reali o potenziali che siano.
Non si tratta, quindi, solo di film nuovi, ma di una nuova tipologia di approccio al pubblico che – anche in questi giorni – propone film differenti e diversi: da Veloce come il Vento alla rivelazione del Bifest Plastic Cardboard Sonata, piccolo film sperimentale dal grande cuore presentato in anteprima a Bari con tanto di premio al suo protagonista Andrea Vasone.
Come dire: la ricchezza culturale dell’offerta del cinema italiano è sempre di immenso valore, ma questa notte, forse, possiamo pensare che il successo di alcuni film, anche sul piano commerciale, inizi a fare vacillare antiche certezze rispetto a quello che ‘al pubblico piace’…
Noi crediamo che il cambiamento e l’innovazione cominciata agli inizi degli anni Duemila sia possibile e che oggi possa dare nuovi, interessantissimi e sorprendenti frutti.
Nuovi attori e attrici, nuove storie e nuovi registi (senza dimenticare tutto quello che di buono ci siamo conquistati in questi anni…) per un cambiamento che da stanotte non è solo possibile, ma probabilmente è già in atto in maniera più profonda di quanto riusciamo ad accorgerci.
Argomenti: Cinema