Nel 1987 due angeli volavano sopra Berlino infischiandosene del Muro tra Germania Est e Germania Ovest e ascoltavano i pensieri dei berlinesi. Con uno sguardo malinconico e comprensivo sulle assurdità umane, e stupefatto sulla violenza del potere, Damiel e Cassiel scrutavano la vita degli abitanti, consapevoli che non li fermava certo quel calcestruzzo con filo spinato e guardie armate pronte a impiombare chi provava a passare tra le due parti divise della metropoli.
Con un Bruno Ganz perfetto il film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders torna in versione restaurata in 4K e suono originale recuperati grazie al regista stesso che con quel film, dopo otto anni di esilio volontario negli Stati Uniti e film in inglese, tornava alla sua lingua madre, il tedesco, raccontando la città e ispirandosi a poesie di Rainer Maria Rilke. Il neo premio nobel Peter Handke ha scritto la sceneggiatura. In qualche modo a più di un osservatore la pellicola sembrò cogliere qualcosa che si muoveva in profondità.
Distribuito da Viggo, il film è nelle sale italiane oggi lunedì 4 e domani 5 novembre (ma qualche cinema lo proietta mercoledì 6) a pochi giorni dal trentesimo anniversario della caduta del Muro, il 9 novembre 1989.
Wenders ha lavorato per un anno per recuperare la brillantezza del bianco e nero nella fotografia diretta da Henri Alekan. Sul film restaurato Wenders scrive: “Nella scansione digitale sono stato in grado di decifrare i cartelli stradali, illeggibili per 30 anni, e le immagini sui muri di Thierry Noir, l’artista di street art ora famoso, sono tornate più vivide che mai. La città scomparsa di quel tempo è davvero apparsa ai nostri occhi, con il suo atteggiamento malinconico nei confronti della vita e il suo blues”. “Il cielo sopra Berlino” ottenne la Palma per la miglior regia al festival di Cannes del 1987. Vi recitò Peter Falk nel ruolo di se stesso.