Grandi registi raccontano importanti ‘cattedrali contemporanee della cultura’. Sul grande schermo domani in diverse città italiane prenderanno vita: la Filarmonica di Berlino, icona della modernità raccontata da Wim Wenders; la Biblioteca Nazionale Russa, impero silenzioso delle idee visto dagli occhi di Michael Glawogger; il Carcere di Halden, prigione modello che rieduca alla vita e al pensiero narrata da Michael Madsen; il Salk Institute, monastero della scienza in California ed eletto a suo soggetto da Robert Redford; il Palazzo dell’Opera di Oslo, una simbiosi futurista di arte e vita vista dallo sguardo di Margreth Olin; il Centre Pompidou, una macchina della cultura moderna raccontata da Karim Aïnouz. Scrigni della nostra memoria collettiva ma anche polmoni del nostro collettivo respiro raccontati in sei preziosi episodi raccolti in un unico film.
L’idea di far parlare in prima persona queste Cattedrali della Cultura nasce dal corto Se gli edifici potessero parlare, che Wenders aveva presentato alla Biennale di Venezia 2010. Progetto nato dall’idea di Wenders che registi e architetti hanno una convergente prospettiva rispetto al concetto di ‘spazio’, soltanto che i primi lo creano e vivono più virtualmente mentre i secondi agiscono concretamente con e sui i luoghi fisici.
Wim Wenders (La Filarmonica di Berlino), Michael Madsen (Il Carcere di Halden), Karim Ainouz (Il Centre Pompidou), Robert Redford (Il Salk Institute), Michael Glawogger (La Biblioteca Nazionale Russa), Margreth Olin (L’Opera House di Oslo) hanno mostrato l’anima di maestosi edifici.
Per tre ore, mezz’ora circa per edificio, Wim Wenders, Michael Glawogger, Michael Madsen, Robert Redford, Margreth Olin, Karim Aïnouz raccontano la vita che si interseca all’interno di queste architetture, portando lo spettatore a conoscere e incontrare dettagli e lo spazio stesso in un modo totalmente originale.