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Vespa intervista il figlio di Riina, Maria Falcone: indegno

A Porta a Porta parla Salvo Riina e scoppia la polemica. Anzaldi: io sono di Palermo. A me una cosa come questa fa male all'anima.

Vespa intervista il figlio di Riina, Maria Falcone: indegno
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5 Aprile 2016 - 22.41


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E’ difficile anche da immaginare. Eppure è già successo: Salvo Riina, figlio di Totò Riina, parla in televisione. Lo ha intervistato a Padova Bruno Vespa per la puntata di “Porta a porta” che andrà in onda domani alle 23.15 su Rai1. L’uomo ricorda i sedici anni accanto al padre latitante, l’immagine di Totò Riina dinanzi al televisore che trasmetteva le stragi di Capaci e via D’Amelio, i silenzi in una famiglia che sapeva e non parlava. Salvo Riina si rifiuta di rispondere alle domande di Vespa su Falcone e Borsellino. Nessuna presa di distanza dai molti delitti del padre, nonostante i ripetuti inviti del giornalista. L’intervista sarà commentata in studio da Antonio Emanuele Schifani, figlio di uno degli agenti della scorta di Falcone, da Giuseppe Enrico Di Trapani del Comitato ‘Addiopizzo’, da Luigi Li Gotti, difensore di Buscetta e di Brusca e dal giornalista Felice Cavallaro. Nella mezz’ora di anteprima, faccia a faccia di Bruno Vespa con Pierluigi Bersani.

Maria Falcone: l’intervista è indegna. “Apprendo costernata della decisione di far partecipare per la presentazione del proprio libro,alla puntata di ‘Porta a porta’ di domani il figlio di Totò Riina, carnefice di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, e centinaia di altri servitori dello Stato, e anch’egli condannato per associazione mafiosa”. Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice ucciso da Cosa Nostra insieme alla moglie Francesca Morvillo e a tre agenti di scorta nella strage di Capaci. “Considero incredibile la notizia: da 24 anni – ricorda la professoressa falcone – mi impegno per portare ai ragazzi di tutta Italia i valori di legalità e giustizia per i quali mio fratello ha affrontato l’estremo sacrificio ed è indegna questa presenza in una emittente che dovrebbe fare servizio pubblico”.

Segretario Vigilanza, Anzaldi: questa cosa fa male. “Io sono di Palermo. A me una cosa come questa fa male all’anima. Il direttore Antonio Campo Dall’Orto e la presidente Monica Maggioni devono venire in Vigilanza a spiegare come sia possibile che il servizio pubblico si presti a queste operazioni “. Michele Anzaldi, deputato Pd segretario in Commissione di Vigilanza Rai, ha commentato così l’annunciata intervista di “Porta a porta” al figlio di Totò Riina. “Per l’ennesima volta battiamo la tv commerciale utilizzando per lo share una vicenda delicata….Ci sono giornali che non hanno intervistato questa persona perché hanno dei dubbi. Ma comunque, i giornali fanno il loro mestiere e non si prendono 2 miliardi di euro dai contribuenti come la Rai. Domani sera, con tutti gli onori, Bruno Vespa intervisterà il figlio di Totò Riina. Salvo Riina ha scritto un libro che Porta a Porta contribuirà a far salire nelle classifiche di vendita. E’ la terza volta in pochi mesi. Ci dicono ‘non accadrà più’ e invece, dopo aver assistito basiti al funerale dei Casamonica e aver sentito parlare il padre di Manuel Foffo, nel giorno in cui il figlio era stato arrestato per il terribile delitto di Roma, il servizio pubblico ha pensato bene di dare una mano al rampollo di uno dei più spietati criminali di tutti i tempi”.

Lupi: Anzaldi sbaglia. “Anzaldi sbaglia. E lo dico come membro della commissione di Vigilanza Rai. Servizio pubblico non vuol dire disinteresse per le notizie. Il primo quotidiano italiano dedica una pagina al figlio di Totò Riina e il primo canale televisivo del Paese non può intervistarlo? Vogliamo che la Rai viva e faccia informazione al di fuori della realtà? Con questo malinteso principio di prevenzione nei confronti dei cittadini si chiede a Vespa di abdicare dalla sua professionalità e deontologia giornalistica. Abbiamo bisogno di un servizio pubblico capace di affrontare con rigore ed equilibrio qualsiasi tematica, non di asettici funzionari che anestetizzano i telespettatori”. Sono le parole di Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare.

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