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La forzatura Bignardi e la morte di Rai3

Pensiamo alla rete che fu di Guglielmi e al Tg3 che fu di Curzi. Ora siamo al de profundis

La forzatura Bignardi e la morte di Rai3
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19 Febbraio 2016 - 13.17


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di Adelmina Meier

Ha detto bene Marco Travaglio: “Daria Bignardi, una sfollagente…dove passa lei, non cresce più lo share. Attila, al confronto, era un dilettante”. L’immagine dello sfollagente ci piace. Ci restiamo per dire che stando agli sfollagente piazzati, in questi anni, ai vertici di alcune testate, potremmo parlare di uno Stato di polizia, per il numero di sfollagente entrati in azione. Delle nomine appena fatte nelle Reti, quella che colpisce ( al cuore, Rai3 ) è quella della Bignardi, la Daria di “Le invasioni barbariche” de La7, programma poi esportato a Rai2, identico in tutto, anche negli ascolti da prefisso telefonico, mutato solo nel titolo (L’era glaciale). Programma poi riesumato su La7 con un ostinato e impietoso accanimento terapeutico. Inevitabile la chiusura per estinzione dei telespettatori, come Travaglio ha ricordato. Con questo biglietto da visita, l’arrivo-forzatura della Bignardi fa pensare ad una morte rapida di Rai3. Trapasso che accosterebbe nell’ultimo tragitto la Rete che fu di Guglielmi al Tg3 che fu di Curzi, che con i minimi termini degli ascolti non ci scherza. Uniti nel de profundis.

E’ vero che per una Bignardi che entra ( sulla riuscita dell’operazione Campo Dall’Orto è stato pronto ad assumersene la responsabilità ) presto ci dovrebbe essere una Berlinguer in uscita. Campo Dall’Orto ha già in tasca i nomi dei nuovi direttori di Tg1, Tg2, Tg3, Tg regionali e Giornali Radio. Non lo ha nascosto, anzi ha voluto farlo sapere. Infatti, c’è chi giura che cambieranno tutti, anche Orfeo, che sembrava poter resistere alla guida del Tg1. Che ne sarà degli attuali direttori? Chi li sostituirà? L’uscita dei direttori dei Tg potrebbe accompagnarsi con un nuovo disegno degli Uffici di corrispondenza nel mondo, a cominciare da Parigi. Di Bella ha già fatto i bagagli per rientrare a Roma per dare ordine e idee a Rainews24 dopo tanti soldi investiti, con scarsi risultati. E si è aperto un contestatissimo job posting per sostituirlo a Parigi.

Contestatissimo dal sindacato dei giornalisti e dal Coordinamento degli inviati perché dal job posting i vertici Rai vorrebbero escludere proprio gli inviati. Una decisione che senbra figlia della recente esperienza del job posting per Bruxelles. Il candidato designato nelle intenzioni e nelle esigenze dei vertici Rai era Antonio Preziosi, cacciato dalla direzione del Giornale Radio e sballottato tra un non ruolo al Tg3 e un non ruolo al Tg2. Lo si voleva piazzare a Bruxelles, ma fargli superare il job posting è risultato ardito, viste le professionalità esaminate nella selezione aperta anche a caporedattori e inviati. Quindi, per Parigi meglio restringere le maglie per poter piazzare qualche direttore in uscita.

Certo, se è possibile pensare Masi a Parigi (dall’esperienza dei vini italiani a quelli francesi ), difficile immaginare la Berlinguer a Nairobi o al Cairo e Orfeo nella Grande Mela. Chi ha in testa Campo Dall’Orto? Probabile che CDO pensi ad una soluzione fifty fifty, interni ed esterni. C’è da giurare che la politica non ci metterà mano, che non ci metteranno mano grandi gruppi editoriali, circoli esclusivi e pro loco toscane. Come è stato fin qui.

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