di Maxia Zandonai
Lui è Aldo Grasso, che riuscì a parlare di un’inchiesta di Report sulla produzione del piumino d’oca sbagliando clamorosamente il nome dell’autrice e omettendo di citare l’inserzionista “Moncler”. Ma lui, nell’immancabile articolino sul Corriere di ieri, dall’emblematico titolo “Sciarelli, Berlinguer, Annunziata e le altre: i volti dolenti di Rai3”, ha veramente superato se stesso. L’accusa alle “donne” di Rai3 è il reato di “dolenza”. Impareggiabile (e ignobile) la descrizione di Giovanna Botteri: “capelli scarmigliati, affannosa la voce, VOLTO POCO PREDISPOSTO ALLA CONTENTEZZA”.
In realtà, in questo esercizio di stile, Lombroso Grasso trasuda un micidiale maschilismo: ecchediamine, sono donne, perché non ridono garrule e magari ci mostrano un po’ di tette? Poco importa se parlano di guerre, di disastri, di stupri, di sparatorie, di bombe, di scomparsi e di un mondo di merda. Poco importa se tutte quante, quando è il caso, sorridono. Poco importa se il loro mestiere non è certo IL sorridere. Potenza dello stereotipo… Comunque nel caso di Grasso c’è poco da sorridere, ma piuttosto da mettersi le mani nei capelli, “scarmigliati”.
Qui il pezzo di Grasso: http://www.corriere.it/spettacoli/15_dicembre_02/sciarelli-berlinguer-annunziata-altre-volti-dolenti-rai3-9c2a8624-98be-11e5-85fc-901829b3a7ed.shtml