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Viva Fiorella Mannoia, abbasso il Grasso conformismo

Non capisco perché sia così difficile accettare un dissenso. Aldo Grasso sul Corrierone attacca Fiorella Mannoia, che straparla ed è povera di idee. Perché non la pensa come lui.

Viva Fiorella Mannoia, abbasso il Grasso conformismo
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22 Novembre 2015 - 17.55


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di Pietro Manigas

Come si fa a non stare dalla parte di Fiorella Mannoia attaccata alzo zero dai crociati del conformismo? Lo so, lo so. L’ho già difesa da un testo apparso su Huffington Post che partendo dal principio che il potere ha sempre ragione, muoveva contro l’artista accusata di straparlare. Prendendo da Treccani.it riporto il significato: straparlare v. intr. [der. di parlare², col pref. stra-](aus. avere). – [parlare troppo o a sproposito] ≈ blaterare, cianciare, (pop.) dare i numeri, delirare, farneticare, (spreg.) parlare a vanvera, (spreg.) sproloquiare, sragionare, vaneggiare.

Insomma, avere una posizione non consona al coro muto degli intellettuali o alla politica bellicosa degli ultimi 25 anni (che non ha portato certo sicurezza e democrazia in giro per il mondo, ma bombe e morti, anche a casa nostra), è considerata una posizione farneticante. Questo è il tessuto della libertà di espressione nel tempo della sicurezza e della dimenticanza.

Ma poi è arrivato Grasso, Aldo Grasso che tanto punzecchia cul Corriere della Sera. Ed ecco che ci spiega come va la vita, prendendosela con Fiorella. “Di fronte agli avvenimenti drammatici che stiamo vivendo, meglio non cercare verità nascoste, ma, voltairianamente, dire verità palesi. E invece straparliamo, alla ricerca di alibi reconditi. È successo di recente a una cantante famosa, Fiorella Mannoia…”.

Che uno immagina che si tratti, chessò, di aver tirato in ballo le scie chimiche o il fatto che Elvis non sia mai morto. E legge preoccupato il seguito della rivelazione incarnata nelle parole del Grasso: “La Mannoia, che non crede alle notizie della «stampa ufficiale», la responsabilità degli attentati di Parigi è dell’Occidente, secondo l’usurato copione di certa sinistra radicale: è colpa dell’Occidente se in Medio Oriente ci sono islamisti che reagiscono con la guerra santa e sterminano i cristiani, è colpa dell’Occidente se in Europa alcuni estremisti uccidono nel nome del Profeta”.

E queste sarebbero le scie chimiche del vaneggiamento? Dubitare sulla stampa ufficiale? E la stampa ufficiale quale sarebbe? Solamente il Corrierone oppure i tanti altri media che nel mondo scrivono costantemente, con prove alla mano, che le guerre di Bush e Blair furono una sciocchezza e che appoggiarle acriticamente fu una stupidaggine? E che le famose prove evidenti tanto esaltate per andare a spaccare quella parte del mondo a suon di bombe erano false? Ah, giusto. La stampa ufficiale, diciamo di potere perché di regime è eccessivo, non mise mai in dubbio una sola riga di quelle scempiaggini deliranti. Non scrisse mai che Bush e Blair avrebbero spalancato il vaso di Pandora del terrorismo e che straparlavano. No. A straparlare è sempre chi si oppone, chi dissente, chi non fa parte del coro. E ad aver ragione sono sempre quelli che ieri hanno devastato il mondo esportando democrazia a suon di bombe, poi hanno finanziato, per motivi tattici, l’opposizione a leader locali, armando come conseguenza più o meno diretta l’Isis.

Giusto, queste sono letture da sinistra radicale. Tutti gli altri si attengono al copione. Che prevede: zero conoscenze, memoria ai minimi termini, adeguamento costante delle proprie posizioni alla narrazione tossica ma maggioritaria e potente perché suona le trombe a favore del sistema finanziario e politico che rappresenta.

La conclusione grassiana è poi poveretta davvero. “Credere di parlare a nome delle vittime e dei poveri, solo perché si è vittima delle povere idee”. Traducendo: bisogna pensarla tutti come lui. Perché le idee che dissentono sono povere. Le idee del conformismo di questo mondo sempre più nelle mani dell’ingiustizia sociale e della sicurezza che verrà ottenuta con ogni arma a disposizione, sono invece ricche. Indiscutibili. Militarizzate. Ed è anche questo conformismo armato, davanti alle tastiere dei media di proprietà dei grandi gruppi finanziari, che rappresenta un segnale di pericolo per tutti noi. Per la libertà di espressione di un’artista libera come Fiorella Mannoia e di tante persone per bene che ogni giorno si battono perché l’informazione non sia un bollettino dell’Agenzia Stefani.

Ps 1. So che la parola pace non è adatta alla fase storica, ma l’invito lo faccio ugualmente: datevi pace.

Ps 2. A proposito di giornalismo e dimenticanze a senso unico, allego questa lettera che la mamma di Vittorio Arrigoni ha scritto recentemente al Corriere della Sera.

“Buongiorno, nel servizio “Attacchi terroristici, 44 gli italiani morti nel mondo dal 2001 ad oggi” non compare mio figlio, Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani, rapito e ucciso nella Striscia di Gaza la notte fra il 14 e 15 aprile 2011 da un gruppo di salafiti, così come non si parla di Simone Camilli, giornalista, morto anch’egli a Gaza il 13 agosto 2014 ucciso dalla deflagrazione di uno dei tanti ordigni inesplosi lanciati dall’aviazione israeliana durante l’operazione Margine Protettivo, mentre ne stava riprendendo lo sminamento.

Credo che anche questi due giovani siano morti per “terrorismo”. Gradirei un cenno di riscontro.

Egidia Beretta Arrigoni

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