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La mordacchia a Fiorella Mannoia e il passo dell'oca del conformismo

Quanto furore contro chi non fa parte del coro insignificante dell'ultima ondata mediatica. L'ultima vittima è Fiorella Mannoia, ma prima Gino Strada, Cecilia... [Pietro Manigas]

La mordacchia a Fiorella Mannoia e il passo dell'oca del conformismo
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18 Novembre 2015 - 19.21


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di Pietro Manigas

L’ultima posizione mediatica dominante dei profeti militaristi che pensano al tacchettare degli speroni del passo dell’oca è che chi osa mettere in dubbio le sciocche soluzioni antiterroristiche bombarole è un nemico dell’Occidente. Non solo, per poter esprimere un dissenso (legittimo, non accompagnato da coltellate al cuore o spari in fronte all’interlocutore e ai suoi figli) bisogna tacere. Perché i passisti dell’oca hanno stabilito a prescindere che la soluzione del dialogo o del pacifismo o della cooperazione senza rapinare il prossimo a casa loro, non ha funzionato.

Ed a un certo punto del furore mistico bellicista è apparso anche un attacco alzo zero contro Fiorella Mannoia a firma Paolo Romano, giornalista che dopo essersi chiesto se fosse giusto che l’artista esprimesse un concetto non conformista, conclude epicamente: “C’è un rimedio, magari banale, allo sproloquismo di risulta, tuttavia. Ed è dettato dalle regole della democrazia: chi ha idee per cambiare, chi ha la forza e il consenso sufficiente per “fare”, lo faccia; facendo attivamente politica, candidandosi, entrando in un partito, facendone uno proprio. Anche cambiando mestiere, se serve”.

Non sottovalutate queste parole. Vogliono dire che occorre adeguarsi al flusso della maggioranza (ieri Silviuccio, oggi Renzi e i suoi portaborse) e tacere, non mettere mai in dubbio niente. Non discutere, non esprimere un parere minoritario. Chi vuole parlare senza far parte del coro, secondo Paolo, deve avere la forza di farsi un partito. Come dire: Renzi, Silvio, Salvini, Grillo… Un bel concetto di democrazia e di libertà di espressione.

Straordinaria la mediocrità del tempo che prevede attacchi contro ogni cosa si muova fuori dalla scia conformista. Un’azione che ha colpito anche Emergency, con l’estremista Rondolino, un’altra voce aizzante nel coro. Tutti in fila per bombardare, per mostrare la superiorità occidentale e amenità del genere. Tutti pronti a sfidare i pacifisti, gli eretici del pensiero unico, chi crede nel dialogo e nel rispetto. Ad accusarli che queste debolezze hanno rovinato l’Europa. Perché i rondolini, i riottini del quartierino, i fallacini in bottiglietta, partono da questo punto di partenza: visto che dialogo, accoglienza, solidarietà e rispetto multiculturale non funzionano? E da lì manganello contro il dissenso. Cito un profilo facebook in cui Antonio Cipriani, giornalista pacifista scrive: “Eppure la soluzione del dialogo non mi pare averla vista tra le possibili negli ultimi venticinque anni di cazzate di Bush, Blair e dei loro maggiordomi. Oppure ho vissuto su Marte e i destini del mondo li hanno decisi i pacifisti a mia insaputa? Oppure gli oppressi hanno rialzato la testa e affrontato a mani nude gli oppressori? Invece no, tutte le decisioni le hanno prese quelli che ora dichiarano guerra al mondo e hanno sempre la soluzione pronta nel cassetto. Tanto a pagare sono le persone che ci lasciano la pelle. A Parigi, in Siria, in Iraq. Certo, si può blaterare su tutto e chiunque ha diritto a spiegarci la nascita del terrorismo in Italia come in Siria, anche senza aver letto mai una carta. E chiunque ha il diritto di seguire come un imbecille i venti di guerra mediatici e le bufale che hanno armato eserciti e ammazzato persone in guerra. Il bello-brutto del tempo è proprio questo. A proposito, per le guerre di civiltà dell’Occidente che negli anni ’90 hanno spalancato il vaso di Pandora, le notizie erano false, ma le conseguenze sono state vere. Consiglio la lettura di Marc Bloch, La guerra e le false notizie. Non fa male”.

E cito anche una bella frase dia Cecilia Strada: “Fateci caso, i fondamentalisti non hanno tanta paura delle bombe che voi invocate: hanno più paura del lavoro delle donne, o di una bambina con un libro, hanno paura dei diritti perché i diritti tolgono ossigeno al fondamentalismo”. E mi vado a sentire una canzone sulle donne di Fiorella Mannoia, meglio che i pipponi formattati di certi analisti, giornalisti e intellettuali del piffero.

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