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Salvate il soldato Giannini

Ballarò continua a perdere pubblico. Colpa anche di un conduttore inadeguato. Eppure in Rai ce ne sarebbero decine meglio.

Salvate il soldato Giannini
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12 Novembre 2014 - 16.46


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Crollano gli ascolti dei talk show, soprattutto di quelli che riproducono quel teatrino della politica che tutti hanno sempre detto di aborrire ma che poi hanno sempre praticato.

Si parla di terrorismo internazionale? In studio il politico del Pd, quello di Forza Italia e qualche prezzemolo per i quali Isis potrebbe tranquillamente essere una divinità egizia, ma che pontificano di cose che ignorano, salvo poi agganciarci la polemichetta del giorno in chiave interna.
La formula non reggeva da tempo ma l’italico provincialismo di ricondurre tutto in chiave di politica interna è duro a morire nonostante il crollo degli ascolti: si potrebbe parlare di Obama e Stati Uniti senza sentire l’illuminato parere del Gasparri di tutto? Si potrebbe parlare dell’Ucraina (ossia di un affare serissimo) con qualcuno che almeno sappia che che il Donbass non è il cugino di Don Matteo?

Ma per la Rai c’è un disastro nel disastro che si chiama Ballarò. Non solo per trovare spettatori ormai bisogna rivolgersi a una catema di medium, ma dopo qualche puntata l’ex Floris ha praticamente raggiunto il suo competitor (ed ex ospite fisso) Giannini. 5,80 di share per Ballarò, 5.55 per diMartedì. Il che, considerando il valore del brand e la migliore compertura del segnale, significa che a reti inverse Floris avrebbe battuto Giannini 7-1.
E allora qual è il problema nel problema? Che Giannini, che come vice-direttore di Repubblica aveva sicuramente un grande spessore, davanti alle telecamere ha la stessa scioltezza e naturalezza che io potrei avere ballando con tutù e scarpette a punta.

C’è chi buca lo schermo e chi, come Giannini, buca lo stomaco dei sempre meno numerosi eroici telespettatori.
Ma la colpa non è del buon soldato Giannini, che dovrebbe essere salvato da siffatto accanimento terapeutico, ma di chi ce l’ha messo con temerario sprezzo del buonsenso e in barba ad ogni minima capacità di valutazione delle potenzialità televisive di un giornalista privo di esperienza specifica, mandato allo sbaraglio in diretta tv.

Senza poi contare che nonostante i buoni propositi di contenimento dei costi e valorizzazione dell’azienda si è fatto ricorso a soluzione esterne mentre tra i giornalisti Rai – al netto di miracolati e raccomandati – ci sono moltissimi professionisti che avrebbero fatto miglior figura.
Chi? Non sono il direttore generale della Rai, non sono il direttore di Rai3, non ho alcun ruolo in viale Mazzini e non ho competenze. Ma i primi nomi che mi vengono in mente sono Piero Marrazzo, che avrà fatto i suoi errori – ma ricordiamoci che è stato vittima di un reato e non ha commesso reati e che è un signor professionista dello schermo; Federica Sciarelli, pronta per andare oltre Chi l’ha visto, peraltro condotto splendidamente; Giorgio Zanchini di Radio uno, sconosciuto al grande pubblico ma professionista capace e in grado di affrontare la prova.

Bisognava prendere un esterno? Ci potevano provare con Diego Bianchi, ossia il Zoro di Gazebo che avrebbe potuto provare a rinnovare un format stantio.
Ma le mie ipotesi poco importano: siano piuttosto i lettori di Globalist e gli stessi giornalisti e dipendenti Rai, che numerosi seguono Globalist a dire: ci sono in viale Mazzini e Saxa Rubra giornalisti che saprebbero condurre Ballarò meglio di Giannini? E se sì, chi?

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