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Il talk show politico ha fatto il suo tempo

Le mie profezie si sono avverate, Ballarò è crollato. In realtà assistiamo al tramonto di un genere televisivo. [Giancarlo Governi]

Il talk show politico ha fatto il suo tempo
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24 Settembre 2014 - 16.00


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di Giancarlo Governi

Per questo si potrà immaginare quanto mi sia costato apprendere che le mie facili profezie (non soltanto mie) si sono avverate. Ballarò, nella nuova versione di Giannini, è crollato e il complesso degli ascolti totalizzati dai due talk show concorrenti ha subito un calo disastroso.

Infatti: Ballarò passa da 2.503 migliaia di spettatori a 1.517 e lo share da 11,76 per cento a 6,53. Floris su La7 recupera soltanto in parte le perdite di Ballarò, passando da 755 a 967 e da uno share di 3,47 a 4,23.

Per capire le dimensioni del crollo, basta sommare lo share dei due talk concorrenti: la settimana scorsa lo share totale fu del 15,23 per cento, ieri, alla seconda puntata è passato a 10,76 con una perdita di un terzo. Mentre il numero degli spettatori è calato di 800mila.

E’ questo il dato più evidente: il talk show politico ha fatto il suo tempo, sta raggiungendo il massimo di saturazione. Con una gran parte di spettatori in fuga. Temo, anzi ne sono più che certo, che il fenomeno sia irreversibile. Questo lo ha capito anche una vecchia volpe come Bruno Vespa, uno dei padri di questo genere di programma, il quale da un po’ di tempo a questa parte si dedica più ai delitti e alle vicende dei vip che alla politica.

Il calo di Ballarò è stato evidente fin dai primi minuti, quando al posto di Roberto Benigni si è visto Paolo Rossi e poi, al posto di Romano Prodi, nientepopodimeno che direbbe Mario Riva, quel campione di ascolti di Angelino Alfano. Mentre Floris iniziava con il solito Crozza che faceva la satira di Bersani in diretta, con Bersani presente. Mentre il tristissimo monologo di Rossi era chiaramente registrato.

E poi Ballarò paga la mancanza di Crozza (molti spettatori confessavano di cambiare canale dopo il numero di Crozza) ed anche l’abbandono della vecchia formula che Giannini ha voluto innovare con molti interventi esterni, alla Santoro per intenderci, senza avere la capacità, e la possibilità, essendo tutti gli interventi chiaramente registrati, di dialogare con l’esterno come sa fare Santoro.

Floris oggi, e La7, probabilmente canteranno vittoria ma non possono non riflettere sul fallimento del talk show politico sul quale è stata impostata la loro rete, dove il talk vi domina a tutte le ore del giorno e della notte e dove accanto a personaggi notevoli come Santoro e Formigli, domina la grigia ripetitività. Ieri sera siamo arrivati all’assurdo di Floris che ha fatto da traino a se stesso, al posto della “indisposta” (o “maldisposta”, chissà…) Lilli Gruber.

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