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Franco Punzi: così si rilancia la musica

Il presidente: 'Federmusica, in un periodo di profonda crisi, è un organismo quanto mai necessario all'interno dell'Agis'.

Franco Punzi: così si rilancia la musica
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3 Marzo 2015 - 10.48


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di Davide Monastra

“La Federazione della musica è nata in Agis il 16 dicembre 2008 con lo scopo di valorizzare una realtà composita ed al fine di ottenere il giusto riconoscimento a livello istituzionale, normativo ed economico dallo Stato, dalle Regioni e dagli Enti Locali”. In questo modo Franco Punzi presenta Federmusica, di cui è presidente dal 5 febbraio 2014, spiegando anche quale sia l’obiettivo principale di questa corporazione, ovvero “costruire un sistema delle sue componenti (Teatri di tradizione, Istituzioni concertistiche orchestrali, Società dei concerti, Festival musicali e di lirica, Attività liriche ordinarie, festival e rassegne Jazz, Bande), partendo dalla formazione fino alla promozione”.

Pensa che la Federazione sia ancora uno strumento valido rispetto ai cambiamenti sociali e politici in corso che sollecitano, in generale, una revisione, anche critica, delle organizzazioni sindacali di rappresentanza?

Sono convinto che questo organismo, in un periodo di profonda crisi, sia quanto mai necessario all’interno dell’Agis come organo intermedio tra le varie Associazioni e la Presidenza, sopratutto come tavolo di lavoro e di sintesi di un mondo variegato. L’impegno assunto dalla mia Presidenza è quello di accomunare altre realtà musicali che già lavorano a livello associativo, come la concertistica ed Assomusica.

I dati Siae del primo semestre 2014 hanno confermato che nella musica la fa da padrona quella chiamata impropriamente leggera. Grazie a questo genere musicale la spesa del pubblico per la concertistica ha registrato dal 2010 un aumento del 40%. Quali sono le azioni più efficaci per rilanciare l’opera lirica e la musica classica per avvicinarle ai giovani?

I dati Siae rivelano un elemento estremamente positivo se si considera che in questo 40% una percentuale determinante è quella del pubblico giovane. Sono convinto che sia la musica leggera che quella classica, quando catturano autenticamente i giovani, creano una sensibilità nell’animo e orientano verso la bellezza dei valori. Per il rilancio dell’opera lirica e la musica classica vanno incoraggiate, sostenute ed inserite nei cartelloni opere contemporanee o concerti di nuovi compositori. I giovani si fanno catturare prima dalla curiosità e dopo dal gusto. Nulla va distrutto o archiviato, ma i Teatri non possono essere luogo di rappresentazioni museali, ma devono lavorare con i tempi e rendere il palcoscenico adeguato alla platea e far sì che il pubblico sia protagonista dello spettacolo insieme agli artisti. Quindi, contemperare la storia e l’attualità e rendere attuali anche le produzioni di repertorio affiancandole alle nuove produzioni, cosa che avviene già in alcuni Teatri di tradizione.

Quali sono le prossime iniziative della Federazione della Musica?

Anzitutto seguire l’iter dei nuovi decreti del MiBact e promuovere iniziative per una nuova legge adeguata e snella sullo spettacolo dal vivo. Tra le varie iniziative c’è quella di potenziare la Federmusica con l’adesione di altri soggetti e rendere sempre più coesa l’attività associativa con gli altri soggetti dello spettacolo. Inoltre si sta lavorando per collegare il settore della musica con i settori produttivi del Paese, incoraggiando il binomio cultura-turismo per l’economia del territorio, agevolando l’applicazione delle normative governative: creare sinergie con il mondo della scuola per la educazione musicale e e promuovere incontri con i Conservatori. La Federmusica poi pone particolare attenzione alla musica contemporanea e popolare, soprattutto con seminari ed incontri che si svolgono durante l’anno. Un altro scopo è quello di stabilire strategie di collegamento con le sedi periferiche dell’Agis per interventi comuni a livello locale per agevolazioni ed esoneri da aggravi fiscali.

Lei è anche il presidente del Festival della Valle d’Itria che quest’anno ha celebrato 40 anni, qual è l’importanza della manifestazione?

È un festival che si è conquistato uno spazio nell’ambito delle iniziative estive anche a livello internazionale. Negli ultimi anni, accanto alla riscoperte di Opere inedite, nella programmazione sono state inserite produzioni contemporanee e commissionate opere e produzioni musicali. È importante per i festival il collegamento con il territorio, rispettare la identità, creare un laboratorio di idee e di formazione. Dare risposte alle esigenze del pubblico, inserendo giovani energie, utilizzare tecnologie moderne per le scenografie, sottoscrivere contratti di coproduzione con teatri italiani e stranieri. Quest’anno abbiamo registrato l’esaurito del pubblico nei venti giorni di spettacolo e questo per noi è l’aspetto più importante. Il festival ha motivo di continuare il suo percorso se c’è il pubblico, in caso contrario sarebbe uno spreco di risorse e di energie e per questo guardiamo al futuro con fiducia ed i quarant’anni di storia non ci bastano per dirci soddisfatti! Ai posteri, l’ardua sentenza…

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