di Francesca Zappa
Certe volte penso che le uniche cose per le quali vale la pena pagare il canone si nascondano negli orari più assurdi e in quella parte della Rai che pochi intimi seguono. Parlo di RaiStoria, in genere, questa volta di Rai5 che ogni tanto ci delizia con cose di livello. Insomma, non solo banalità, salottini politici, Vespa a Vespa e altri spettacoli che non sono neanche più di intrattenimento ma di mortificazione umana.
Premessa che si può saltare a piedi pari, ma che introduce nei misteri di Fuerza Bruta, un esempio straordinario e coinvolgente di teatro contemporaneo che da dieci anni viaggia nel mondo e che sperimenta l’intreccio di tanti linguaggi artistici contemporanei. Una piccola-grande opera d’arte itinerante che ci fa sognare, ci porta in volo, ci spalanca il cuore, ci fa nasceree rinascere, ci tambureggia e scombina i capelli, trascinandoci in una cascata di emozioni e bellezza che strappano l’applauso, il salto, l’abbraccio. Davanti alla tv. Immaginiamo dentro l’arena dove aviene tutto, visto che il primo protagonista di questa chicca è lo spettatore.
Questo lavoro arriva dall’Argentina. Vive da dieci anni, dal 2005, quando nacque a Buenos Aires una compagnia teatrale chiamata Fuerza Bruta, che ha messo in scena questo show magnifico ideato da Diqui James. Il teatro è il mondo. Il teatro è il pubblico in questo show a 360 gradi che si muove tra il palco e il cielo,, utilizzando vapori, acqua, coriandoli, vento, furia degli umani attori. Non si tratta di un teatro sconosciuto. Probabilmente lo è in Italia, dove le stagioni sono talmente appassite da sembrare infinite repliche di stagioni avvizzite trenta anni fa. Questo lavoro ha conquistato News York, Lisbona, Londra, Berlino, Mosca, Madrid. Stasera andrà in scena al Daryl Roth Theatre di New York.
Che cosa è eccezionale? Non solo l’idea di intrecciare i generi artistici: circo, teatro, musiva live, danza, canto, visual art. L’idea è quella di spaccare ogni parete dello spazio liberando lo spettatore che si trova a dialogare costantemente con l’azione teatrale, dal cielo, dai lati, da sotto. Giocando poi con gli elementi della vita, l’aria, il vento, l’acqua. Ecco, per esempio, uno dei momenti più intensi è quando gli attori-danziatori camminano sopra ad un telo sorretto dagli spettatori, e poi quando in una vasca di plastica sospesa sulle steste del pubblico si creano azioni davvero poetiche, come una rinascita in un grembo materno, tra liquidi e volti, attraversamenti e musica. A un certo punto la vasca di plastica cala fino alle teste delle persone che interagiscono, toccano gli attori che danzano nell’acqua.
Mi sembra chiaro che uno dei segreti è che si tratta di uno spettacolo che si rivolge ai giovani, a chi interagisce con l’arte saltando, ballando e mettendosi in gioco. L’abbonato dell’Argentina non è adatto. Ovviamente parliamo di una performance che si avvicina tanto all’arte contemporanea, che vìola gli schemi del teatro, della danza e della stessa arte conteporanea fritta di niente come siamo abituati a sorbirci in Italia, provincia sciocca dell’impero.
Che lo spettacolo raccolga migliaia di spettatori è un fatto. Come è un fatto, ahimé, che è di difficile importazione visti i costi. ma quello che mi è piaciuto è il linguaggio, l’ardire, la forza magnetica degli attori, la ribellione. Ed è giusto che la ribellione venga dall’emisfero sud, dall’Argentina provata dalla crisi mondiale.
Insomma, grazie Rai5 che ci hai mostrato che l’arte è ancora viva e rivoluzionaria.
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