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Miss Italia sulla Rai? Non è in linea con il Servizio Pubblico

Il deputato del Pd Anzaldi presenta un'interrogazione: "La manifestazione non era nei palinsesti ed è spuntata all'improvviso, perché?"

Miss Italia sulla Rai? Non è in linea con il Servizio Pubblico
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25 Agosto 2019 - 17.19


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Onorevole Anzaldi, lei ha chiesto che il Cda Rai si esprima con un voto sul ritorno di Miss Italia. Perché?
“Siamo di fronte ad una denuncia clamorosa: 3 consiglieri Rai lamentano per vie ufficiali che una decisione che sarebbe dovuta passare dal Cda, come il ritorno di Miss Italia, è stata invece presa segretamente da non si sa chi, senza che ci fosse alcun via libera del massimo organo aziendale. E’ un’accusa pesantissima. Al Consiglio a maggio sono stati presentati dei palinsesti estivi dove Miss Italia non figurava, ma poi ad agosto il concorso è spuntato su Rai1, peraltro senza alcuna comunicazione ufficiale della Rai ma con l’annuncio della titolare privata dell’evento Patrizia Mirigliani. Di fronte a questa situazione mi è sembrato doveroso presentare un’interrogazione e chiedere alla Rai di chiarire se la direttrice di Rai1 ha agito legittimamente o meno. Serve che il Cda se ne occupi e voti”.

Perché lei è contrario al ritorno in Rai di Miss Italia?
“Sei anni fa il Cda presieduto da Anna Maria Tarantola decise di dire basta alla manifestazione perché ritenuta non in linea con il Contratto di Servizio. Quell’immagine stereotipata della donna veniva ritenuta, giustamente, non più al passo con i tempi e neanche rispettosa della mission del servizio pubblico. A giudicare da come poi la storia è proseguita e dal progressivo calo degli ascolti, non deve trattarsi nemmeno di un buon affare economico: Mediaset ha rinunciato da subito a prendere l’evento e ora anche La7 di Cairo, i cui ascolti come rete sono cresciuti negli anni, ha ritenuto non più conveniente sobbarcarsi il costo di questo evento. E chi arriva come àncora di salvataggio per gli organizzatori? Proprio la Rai. Incomprensibile”.

Lei sostiene, quindi, che a guadagnarci siano gli organizzatori, più che il servizio pubblico?
“Questo mi pare evidente: se ci fosse stato un reale guadagno economico, è difficile che un imprenditore come Cairo se lo sarebbe lasciato sfuggire. E poi basta vedere come la Rai ha gestito la cosa: nessun annuncio ufficiale alla presentazione dei palinsesti, nessuna conferenza stampa con i vertici, né comunicati o interviste. A parlare è solo la Mirigliani, che peraltro nelle tante interviste non ha ancora smentito l’indiscrezione secondo cui sarebbe vicina alla Lega. Rai1 con un blitz di agosto ha fatto ricomparire Miss Italia senza che neanche i consiglieri di amministrazione, che hanno l’obbligo di votare i palinsesti, ne sapessero nulla. Una vera imboscata. Per interesse di chi?”.

L’ex direttore di Rai1 Giancarlo Leone, colui che decise lo stop a Miss Italia nel 2013, ora dice che il ritorno potrebbe essere un’occasione per la rai. Che ne pensa?
“Leone, di cui si ricorda la fuga improvvisa dalla Rai proprio quando entrò in vigore il tetto da 240mila euro per i dirigenti voluto dal Governo Renzi, forse oggi è più attento agli interessi economici che legittimamente tutela, come presidente dell’associazione dei produttori televisivi, che non agli interessi del servizio pubblico e dei cittadini. Difficile pensare che fosse giusto togliere Miss Italia 6 anni fa mentre oggi non lo sarebbe più, a maggior ragione dopo la stagione del Me Too e il grande aumento dell’impegno contro la disparità di genere. Dopo aver fatto a pezzi il pluralismo, ora la presunta Rai del cambiamento ottiene un’altra vergognosa medaglia: ingrassare ancora di più lobbisti e privati”.

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