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Tommaso Maestrelli, l’ultima partita

Rivive sulla scena il mister del primo scudetto della Lazio. Il rapporto con Chinaglia, la lotta contro il tumore, i suoi ultimi momenti di vita.

Tommaso Maestrelli, l’ultima partita
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24 Ottobre 2014 - 14.48


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di Francesco Troncarelli

Tommaso Maestrelli, l’allenatore che guidò la Lazio alla conquista del suo primo indimenticabile scudetto, è tornato. Sì, è tornato a vivere sul palcoscenico grazie a Nello Mascia, un artista di razza formatosi agli insegnamenti di Edoardo e con un curriculum che parla da solo, che ne ha dato un’interpretazione convincente e quanto mai realistica.

Uguale negli atteggiamenti, pacati ed eleganti, simile nei tratti fisici con quei cappelli brizzolati e fluenti e soprattutto nella voce, suadente e mai sopra le righe, impressionante insomma nell’insieme per la somiglianza.

“Tommaso Maestrelli – L’ultima partita”, questo il titolo della piece scritta da Giorgio Serafini Prosperi (anche regista), Roberto Bastanza e Pino Galeotti che ha riportato d’attualità il mister più amato dalla tifoseria biancoceleste. Ma attenzione, non è una storia di calcio ma una storia di vita. E non poteva essere diversamente trattandosi di un personaggio così particolare per il mondo pallonaro.

È la storia infatti di un incontro straordinario, quello fra un allenatore unico e la sua banda di ragazzi da guidare alla vittoria. Un rapporto speciale, di un padre con i suoi figli, così come erano considerati i calciatori per Maestrelli. Lui, il figlio del ferroviere che Valentino Mazzola voleva nel “Grande Torino”, insegnò loro con passione e bonomia, i segreti per vincere in campo, ma soprattutto ne fece degli uomini.

I vari Chinaglia, Re Cecconi, Oddi, Wilson, Martini, D’Amico, gioacatori di cui smussò le asprezze del carattere, tenendone a freno gli impeti giovanili e formandoli con l’esempio e la sua saggezza. Una sorta di tutoraggio non solo tecnico ma anche morale che portò avanti nonostante il tumore che lo aveva aggredito, fino all’ultima impresa. L’ultima partita.

Questo Tommaso Maestrelli insomma non è il personaggio dei quotidiani sportivi conosciuto e ricordato dalla gente, ma è l’uomo, il marito e il padre di famiglia e dei suoi figli acquisiti con tutti i suoi difetti e le sue virtù, un Maestrelli crepuscolare che combatte contro il male a viso aperto e lotta per salvare la Lazio, la società e soprattutto la squadra a cui ha dato e ricevuto tanto.

È uno spettacolo che emoziona e coinvolge, che commuove e fa sorridere. Che fa capire quanto grande sia stato questo signore che ha attraversato il calcio in punta di piedi regalando sogni e vittorie con la sua umanità.

Con Nello Mascia-Maestrelli sul palco del “Parioli” a raccontare questa affascinante storia, Massimiliano Vado che è un Chinaglia ribelle e travolgente, Carlo Caprioli un credibilissimo Luciano Re Cecconi, Teresa Federico la moglie Lina compagna fedele di una vita girovaga e il bravo Gino Nardella che tratteggia con mestiere il medico sociale Renato Ziaco.

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