È il 10 agosto e il Teatro Valle di Roma – il più antico della capitale – è ancora occupato, come da oltre tre anni a questa parte. Il giorno indicato dagli attivisti – maestranze e artisti – e fatto proprio dal Campidoglio per lo sgombero volontario è iniziato con le porte del Valle sbarrate e alcune persone che si intravedono dormire sui divani del foyer attraverso le vetrate.
Il 10 agosto era stato scelto come data dagli stessi occupanti giorni fa, per lasciare spazio ai lavori di messa a norma della Sovrintendenza ai Beni culturali e l’inizio dell’affidamento del Valle al Teatro di Roma. L’assessore alla Cultura Giovanna Marinelli ha ribadito due giorni fa che lunedì 11 agosto il Valle avrebbe dovuto essere libero dagli occupanti, condizione per iniziare la collaborazione con lo Stabile e valorizzare l’esperienza di questi tre anni.
L’assemblea permanente in corso da giorni nel teatro non ha deciso per l’uscita e ha chiesto ieri altro tempo per la trattativa con Teatro di Roma e Campidoglio. Stanotte, per San Lorenzo, gli attivisti del Valle hanno proclamato la ‘Notte dei desiderì e bisognerà vedere se metteranno fine all’occupazione iniziata nel giugno 2011.
L’ala più intransigente e meno dialogante dei manifestanti ha attaccato: «Vangano a sgombrarci con i manganelli». Il Campidoglio ha confermato invece l’ultimatum: «Non aspetteremo oltre. Se non sgomberano non potranno far parte della futura gestione». L’accordo sulla futura gestione del Teatro Valle non è stato scritto nero su bianco e gli attivisti hanno capito che potrebbero non avere garanzie: «Non siamo riusciti a ottenere una garanzia rispetto alla trasparenza dei lavori di ripristino della manutenzione né un impegno a garantirne una temporalità chiara».