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Sanremo 2021: le canzoni parlano quasi tutte d’amore. Peyote e Gazzé le eccezioni

Amadeus: “La pandemia ha portato un gran bisogno d’amore. Ho scelto i brani da un punto di vista radiofonico”

Sanremo 2021: le canzoni parlano quasi tutte d’amore. Peyote e Gazzé le eccezioni
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11 Febbraio 2021 - 15.03


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Oggi le canzoni del Festival di Sanremo sono state fatte ascoltare -come da tradizione- in anteprima ai giornalisti. Il resoconto è chiaro: amore, amore e ancora amore. Sembra infatti che mai come quest’anno i brani in gara siano (quasi) tutti dedicati ai sentimenti, nonostante la pandemia abbia, in molti casi, portato ad un allontanamento dagli affetti. 

Forse è proprio questo il motivo, spiega Amadeus: “L’amore è un argomento sempre molto sentito molte canzoni sono state scritte durante il lockdown, quindi evidentemente si sentiva un gran bisogno di amore. C’è sofferenza, c’è solitudine, ma non posso dire se questo sia legato al Covid. Nella scelta non mi sono fatto influenzare dai temi, piuttosto parto da un’idea radiofonica. Ovvero, scelgo pezzi che penso possano essere ascoltati il più a lungo possibile. Vado su quello che più mi colpisce e mi emoziona. L’anno scorso ha funzionato”. 
L’amore di cui parlano gli artisti in gara assume forme diverse: da quello mai dimenticato di Aiello a quello che non vuole finire cantato da Annalisa, quello che non ha più niente da dirsi di Arisa e quello che brucia di Fasma (l’unico a usare l’autotune). A portare una ventata di energia ci pensano Lo Stato Sociale, Gaia in stile Elettra Lamborghini, il rock dei Maneskin, il ritmo di Irama, l’urban al femminile di Madame.
Chi invece si differenza per tematica è Willie Peyote, che fa una critica all’intrattenimento di oggi, dall’arte alla politica, facendo riferimento alla pandemia con la frase: “Questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c’è la morte”. Fuori dal coro anche Max Gazzè, che torna con una canzone che oscilla tra satira e filastrocca. 
Ben cinque le canzoni firmate dal musicista e compositore Dario Faini

Altra novità del festival è la forte presenza di cantanti giovani: “Le cose più forti mi sono arrivate dai ragazzi -afferma sempre il direttore artistico-, ma questo non mi ha impedito di avere più generi musicali. E se stavolta ci sono meno rap e trap e più riferimenti al passato significa che i giovani ascoltano e riscoprono le radici della musica italiana”. E poi spiega perchè ha deciso di aumentare a 26 i brani in gara quest’anno: “anche per dare un segnale di ripresa in più in questo anno di fermo totale per la musica. Non un risarcimento, e da parte delle case discografiche nessuna pressione, ma psicologicamente ho pensato anche a questo e ho valutato che dieci minuti in più di trasmissione potessero essere un segno di ripresa”.

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