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Addio Sophie, venivi dal futuro e ce ne hai mostrato uno spiraglio

La cantante e producer Sophie aveva 34 anni e il suo primo album, ‘Oil on Every Pearl’s Un-Insides’ era stato uno shock che aveva sconvolto la scena pop ed elettronica

Addio Sophie, venivi dal futuro e ce ne hai mostrato uno spiraglio
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Giuseppe Cassarà Modifica articolo

1 Febbraio 2021 - 19.50


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Si era arrampicata in alto per vedere la luna, la prima luna piena del 2021. La stessa luna che sarebbe stata immortalata, come da tradizione, mentre sorgeva dietro il Pantheon di Atene, la città dove viveva, e dove è morta nella notte tra venerdì e sabato. Morire guardando la luna. In qualche modo, nella tragedia che la morte di SOPHIE rappresenta per il mondo della musica, possiamo consolarci per questo suo estremo, involontario, commovente ultimo atto poetico.

SOPHIE aveva 34 anni, era scozzese e in molti, in troppi non sapevano che esistesse. Ma nel 2018, il suo album d’esordio ‘Oil on Every Pearl’s Un-Insides’ era stato uno shock. Una voce androgina, dolce e roca, suoni che incrociavano il clangore dell’industrial con le melodie del pop. E poi il suo corpo, SOPHIE in persona, nelle migliaia di persone che era, il corpo che non aveva paura di mostrare e che vibrava di libertà, colore, rinascita. Il videoclip di ‘It’s Ok to Cry’, la traccia che apre l’album e che già dal titolo si configura come inno all’importanza della fragilità, mostra un primo piano del viso di SOPHIE mentre sfida le intemperie del cielo e della vita, danzando e rassicurando chi la sta ascoltando: non c’è nulla di male nel piangere. Nel sentirsi deboli. Nel lasciarsi andare. Perché il dolore è la parte più consistente di questa vita e accettarlo è il primo passo per essere davvero liberi. Liberi dal dolore e dalla paura.

SOPHIE, prima artista transgender a ricevere una nomination ai Grammy Award per il miglior disco dance/elettronica, è morta prima che il suo nome e il suo lavoro fossero noti ai più. Ma la sua attività da producer era già dietro a nomi giganteschi, Lady Gaga e Charlie XCX per dirne solo due, e l’impressione generale è che siamo stati defraudati di qualcosa che avrebbe potuto segnare il tempo come solo le icone vere sanno fare. Il suo unico album e i pochi singoli rilasciati mostrano frammenti del futuro in cui SOPHIE ci stava aspettando.

SOPHIE è stata, è, un faro per la comunità Lgbtqi+, e fa una rabbia enorme pensare che sia andata via così, d’improvviso, prima di poter fare tante cose. La sua cerchia di fan è in lutto da due giorni, dalle prime ore del mattino di sabato quando la notizia ha iniziato a diffondersi e si sperava in un errore, in una messinscena, in uno scherzo di pessimo gusto. Man mano che le conferme arrivavano, il cuore della comunità si è spezzato. E adesso, a chi l’ha amata in vita, rimane il compito di continuare a raccontare chi è stata, SOPHIE, perché il mondo si è a malapena accorto che una delle sue figlie più belle è andata via.

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