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Demis, forever and ever

Demis Roussos, uno dei cantanti greci più conosciuti nel mondo se ne è andato in punta di piedi, quasi per non disturbare. [Francesco Troncarelli]

Demis, forever  and ever
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26 Gennaio 2015 - 15.02


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di Francesco Troncarelli

Demis Roussos, uno dei cantanti greci più conosciuti nel mondo e che ha avuto anche da noi una grandissima popolarità, se ne è andato in punta di piedi, quasi per non disturbare, proprio mentre nel suo paese c’è euforia e clamore mediatico per il cambiamento politico.

E’ stato un personaggio speciale della musica, non solo per la preparazione e la cultura musicale che possedeva ( aveva studiato il solfeggio, la chitarra e la tromba), ma anche per quel suo modo di porgersi al pubblico particolare che richiamava atmosfere esotiche che facevano subito colpo.
Aveva infatti una presenza scenica unica e carismatica. Il panama, la lunga barba, le tuniche dai ricami vivaci e una voce speciale e inconfondibile. Dolce e potente al tempo stesso, una voce che dava gradevolezza e melodia a quello che cantava.

Era arrivato al successo internazionale con il suo gruppo, gli Aphrodite’s Child, dove era il bassista, venendo spesso paragonato per il suo stile personalissimo a Paul McCartney. Nel complesso, come allora venivano chiamate le band musicali, suonava insieme a una futura superstar delle colonne sonore (Momenti di gloria, Blad Runner) Vangelis Papathanassiou che era alle tastiere, c’erano poi il batterista Lucas Sideras e, in origine, anche il chitarrista Silver Koulouris.

Il gruppo produsse un gran numero di hit che conquistarono le classifiche di mezzo mondo, brani come It’s Five O’clock e Rain And Tears, Spring, Summer, Winter And Fall e I Want To Live, per citarne alcuni dei più noti.
L’avventura degli Aphrodite’s Child durò cinque anni, dal 1968 al 1972, poi la la rottura provocata dal conflitto di personalità fra i componenti e il conseguente avvio per Demis di una irresistibile carriera da solista, nel corso della quale è stato capace di fondere con la sua produzione artistica, il passato ellenico e la bellezza delle terre in cui ha vissuto con generi diversissimi fra loro: dal progressive rock, alla disco music, alle tante varianti del pop.

Come cantante solista Roussos toccò il vertice della popolarità negli anni Settanta. Era conosciuto e apprezzato ovunque per quel sound di livello anche se commerciale che proponeva. In Italia sua patria di adozione per molti anni, vinse anche il Festivalbar del 1971 con “We shall dance”, mentre con il singolo “Forever and Ever” raggiunse i vertici delle classifiche internazionali nel 1973 accrescendo ancora di più la sua notorietà.

Le sue erano canzoni melodiche ben orchestrate, che riuscivano a far sognare la gente nonostante la cupezza di quegli Anni di piombo. Pezzi che rimandavono ad atmosfere mediterranee e romantiche lontano dalla tristezza della quotidianità e che contribuivano a far dimenticare il negativo che si respirava nell’aria. Tra gli altri brani di quegli anni, si ricordano anche “My Friend the Wind”, “My Reason” e “Lovely Lady of Arcadia”, a cui si aggiunse successivamente la sua cover personalissima di “Lost in Love degli Air Supply”.

Dopo aver vissuto l’esperienza drammatica di un dirottamento aereo – era tra i passeggeri del volo TWA 847 Atene-Roma sequestrato da un commando di terroristi legati a Hezbollah, il 14 giugno del 1985 – Demis cercò un’altra svolta nella sua vita artistica con l’album “Time”, lanciato dal singolo “Dance of Love” che fece furore nelle discoteche.

Negli anni Novanta publicò album come “Immortal” e “In Holland”, dove mescolava una grande varietà di strumenti etnici tradizionali con quelli elettronici di nuova generazione. Nel 2002, dopo un tour nel Regno Unito, duettò con Ivana Spagna nel brano “Tears of Love”, che è stato pubblicato sull’album della cantante “Woman”.

L’ultima esibizione da noi, è stata nel settembre del 2008, era fra gli ospiti dei “Migliori Anni” di Carlo Conti. Carismatico come sempre, leggermente invecchiato e dimagrito ma sempre vivace nello sguardo e nella dialettica, ricordò che all’Italia doveva molto, perché era da qui che aveva iniziato la sua carriera di solista. Cantò “Forever and ever” e il pubblico gli tributò una calorosa standing ovation. La stessa che ora lo accompagna idealmente nel momento del ricordo e dell’ultimo saluto per le emozioni che ha regalato senza risparmiarsi.


Demis Roussos – Forever and ever
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