Chi vive di musica e non è tutelato è a terra. Lo aveva detto giorni fa il presidente di Assomusica Vincenzo Spera, rilancia Sergio Cerruti, presidente dell’Associazione Fonografici Italiani – Afi – con una lettera al ministro dei beni e attività culturali e del turismo Dario Franceschini: lo stop ai concerti lascia sul lastrico migliaia di famiglie e i, sostiene, i fondi promessi non sono arrivati.
Dichiara Cerruti, che è anche vicepresidente di Confindustria Cultura e presidente del Gruppo Media di Assolombarda, scrive al Mibact: “Accedere ai fondi è difficilissimo. Migliaia di famiglie sono prossime al tracollo economico e non si vede l’ombra di un ‘bonifico sul conto corrente’ come più volte proclamato in tv. “Siamo provati dalla ‘politica delle parole’ e avviliti delle tante promesse fatte perché non corrispondono alla realtà dei fatti”
“Sebbene riconosciamo che in passato è stato fatto molto per la musica – ammette Cerruti – , allo stato attuale non possiamo più sostenere la situazione in cui versano molti operatori del nostro settore. Degli stanziamenti erogati (esempio decreto 380/del 5-8-2020), ad oggi, nulla. Infatti, quasi tutte le domande di ristoro risultano attualmente sospese o rifiutate. Sono state addirittura richieste numerose integrazioni documentali e approfondimenti non previsti dal decreto stesso perciò tantissimi produttori sono stati esclusi dal bando; inoltre anche coloro che hanno avuto modo di accedervi non stanno ottenendo l’erogazione dei contributi. Tutto difficile. Non è fantascienza è ciò che avviene per esempio in Inghilterra per il settore spettacolo dove in 24 ore sono arrivati ‘realmente’ i bonifici direttamente sul conto del richiedente”, aggiunge Cerruti nella sua lettera al ministro Dario Franceschini.
“Assomusica ha registrato che, ogni anno, il mondo dei concerti porta a Milano circa 1,5 milioni di spettatori, con il relativo indotto nel territorio”, ha ricordato in una nota Spera in vista della Milano Music Week che quest’anno si tiene dal 18 al 24 novembre ma riorganizzata con una speciale edizione online. “Eppure, dei 9 miliardi stanziati dalle istituzioni per il settore della Cultura e del Turismo, appena 20 milioni sono stati destinati alla musica. In un momento così critico, tanto per il futuro della UE quanto per il nostro settore, è necessario intervenire per salvaguardare la sopravvivenza e sostenere iniziative di questo tipo. La musica popolare contemporanea è un bene per l’anima e va sostenuta al pari di altri settori”.