L’estate di Verona perde la stagione lirica dell’Arena, il più forte richiamo di turisti in città. Per l’emergenza del Covid19 il festival viene rinviato al 2021. Lo ha annunciato il sindaco e presidente della Fondazione, Federico Sboarina, con la sovrintendente Cecilia Gasdia. Che però assicurano: “Ma non sarà un 2020 silenzioso”. I danni per la città, dai ristoranti agli alberghi all’indotto, sono molto pesanti.
Il calendario del 98esimo Opera Festival verrà quindi organizzato il prossimo anno con gli stessi allestimenti programmati: il dittico verista dei Pagliacci e della Cavalleria Rusticana, con la regia di Gabriele Muccino in un nuovo allestimento che doveva aprire la manifestazione il 13 giugno; titoli verdiani classici come Aida, Nabucco, La Traviata, un “Roberto Bolle and Friends” e il Gala IX Sinfonia di Beethoven.
Al posto delle rappresentazioni liriche l’Arena mette su il programma “Nel cuore della musica”. Come ha dichiarato la sovrintendente (e cantante di fama) Cecilia Gasdia, l’ente pensa a una decina di spettacoli nei fine settimana di agosto fino a settembre preparati con «un protocollo sanitario che stiamo ultimando e che invieremo alle autorità competenti. Siamo a maggio e ci auguriamo e speriamo che nell’arco di tre mesi la situazione possa cambiare». Al riguardo il sindaco ha ricordato che il teatro all’aperto ospita 13.500 spettatori (e fa il pieno molto spesso), mentre con questo programma ne prevedono tremila. La stima dei mancati incassi di quest’anno, ha fatto sapere, è sui 20 milioni di euro.
L’Arena sarà organizzata in modo radicalmente diverso: il palcoscenico prenderà il posto della platea e lì suonerà l’orchestra e canterà il coro, su un piedistallo, mantenendo le distanze di sicurezza.