Un’altalena di notizie, smentite, tweet. Poi la conferma. Tom Petty , 66 anni, il leader degli Heartbreakers, è morto. A dare conto delle condizioni gravissime del cantante/chitarrista era stato il sito TMZ, secondo il quale Petty si era sentito male nella sua casa a Malibù (California) ed era giunto privo di di coscienza e attività cerebrale in ospedale. Poi le smentite di Lapd, della Cbs. Infine, purtroppo, l’addio e il lutto.
Autore di culto per i fan del rock americano più trasversale, Petty aveva una voce riconoscibilissima e una grande passione per la melodia. Nel 1976 con l’album omonimo di debutto trainato dal singolo Breakdown, Tom con i suoi Heartbreakers entra nella Top 40 nel 1977. Amatissimo da Dave Stewart, che gli farà da produttore e lo vorrà come Cappellaio Matto di Alice nel paese delle Meraviglie nel video di Don’t Come Around Here No More, e soprattutto da Bob Dylan che inviterà Tom e la band a unirsi a lui durante il True Confessions Tour attraverso Usa, Australia, Giappone nel (1986) ed Europa nel (1987). Nello stesso anno il gruppo incide anche l’album Let Me Up (I’ve Had Enough), un album che include Jammin’ Me, che Petty scrive con Dylan. Tom, che era nativo della Florida, ha fatto parte anche della all-stars band Traveling Wilburys, proprio con Dylan, George Harrison e Roy Orbison. Nel 1989, Petty registra Full Moon Fever, solo nominalmente un progetto solista, infatti altri membri degli Heartbreakers e altri musicisti famosi partecipano alla produzione. Mike Campbell co-produce l’album con Petty e Jeff Lynne. Il disco raggiunge la Top Ten della rivista Billboard e vi rimane per più di 34 settimane, portandosi a casa il triplo disco di platino, insieme ai singoli I Won’t Back Down, Free Fallin’ e Runnin’ Down A Dream.
Di Tom Petty ognuno in queste ore difficili e confuse ricorderà un brano, una canzone che gli è particolarmente cara. Per noi è Refugee, un pezzo del 1979 che quasi finì per errore nei juke box italiani e divenne un brano di culto per gli adolescenti di quegli anni.
Ciao biondo, ti abbiamo voluto bene.