Sir Michael Philip Jagger compie 74 anni: la leggenda continua | Giornale dello Spettacolo
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Sir Michael Philip Jagger compie 74 anni: la leggenda continua

Fonte di sopravvivenza per i Rolling Stones, mancato attore e solista, leggenda vivente e sex symbol: questo e molto altro è il cantante.

Sir Michael Philip Jagger compie 74 anni: la leggenda continua
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26 Luglio 2017 - 15.16


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Un’annata, quella del ’43, che ha già visto festeggiare (e festeggerà) tanti talenti musicali che hanno contribuito ognuno a modo proprio a rinforzare e rivoluzionare il parterre sonoro mondiale. Abbiamo Janis Joplin, George Harrison, Roger Waters, Jim Morrison, Keith Richards, i nostrani Lucio Battisti e Lucio Dalla e, sì, anche lui, Sir Mick Jagger.

Se si fosse costretti a riassumere in poche parole la vicenda del front man (e non solo) dei Rolling Stones si dovrebbe dire che si tratta della storia di un uomo baciato dalla grazia.

Cresciuto in quel meraviglioso laboratorio creativo che e’ stata la Swingin’ London, Jagger si è imposto come uno dei più clamorosi e coinvolgenti sex symbol della storia.

Animato da una determinazione feroce e da un carisma debordante, ha praticamente inventato la figura del cantante dalla sessualita’ sfrontata e ambigua, sfruttando i trucchi del mestiere “rubati” alla sua amica Tina Turner (i passetti di danza) quando gli Stones giravano gli Stati Uniti come spalla di Ike & Tina.

Insieme al suo ami-nemico Keith Richards, per anni ha incarnato la faccia cattiva del rock’n’roll, quasi una diretta incarnazione di quella “Sympathy For The Devil” che, non per niente, è uno dei brani preferiti di Martin Scorsese. Poi, certo, ha guidato la trasformazione dei Rolling Stones in una perfetta macchina spettacolare che mette in scena il suo mito.

Ma se, soprattutto negli anni ’80 e ’90, quando la deriva tossica di Richards, aveva messo a repentaglio la sopravvivenza della band, i Rolling Stones non si sono dissolti e’ per merito suo. Più volte ha provato a mettere in pista la carriera solista ma ha inanellato flop e delusioni. Anche come attore non e’ che le cose siano andate molto meglio: perfino a Mick Jagger non sempre puo’ andare tutto bene.

Da tempo, e a ragione, Jagger conduce l’esistenza della leggenda vivente. Parlano per lui amori leggendari come quello con Marianne Faithfull, i matrimoni con Bianca e Jerry Hall, le voci sul flirt con David Bowie, eccessi e trasgressioni, una biografia incredibile che invano ha tentato di raccogliere in un libro (in un’occasione ha restituito l’anticipo milionario in dollari, si intende).

I suoi colleghi gli devono molto perché gli Stones (e il merito è suo) sono stati la band che ha di fatto inventato il concetto attuale di tournee negli stadi, con il merchandising e gli sponsor, i primi ad aver un consulente finanziario (altro personaggio da romanzo). E’ quasi superfluo ricordare che il logo degli Stones e’ uno dei marchi piu’ conosciuti della storia della musica.

Se Jagger è Jagger è comunque grazie al fatto che ha scritto e cantato un repertorio straordinario, scritto e prodotto album che sono pagine fondamentali non solo della storia, ma della leggenda. E non c’è dubbio che in un’ipotetica classifica dei più grandi performer di sempre uno dei primi tre posti sia suo. Tanto che anche autori più “giovani” come Adam Levine dei Maroon 5 e Christina Aguilera gli hanno dedicato “Moves Like Jagger”.

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