Bob Dylan ha inviato agli accademici del Nobel il suo discorso di ringraziamento per un il premio ricevuto ma mai fino in fondo onorato: “La mia non è letteratura”. Sono solo canzoni “fatte per essere cantate e non lette”. Non ha fatto dichiarazioni, non ha ringraziato, non è andato alla cerimonia di premiazione ha inviato in Svezia Patti Smith che ha eseguito il classico dylaniano A Hard Rain’s A Gonna Fall. A rendere pubblica la lettera di ringraziamento il Segretario permanente del Nobel Sara Danius per la quale “Il discorso è straordinario e, come ci si poteva aspettare, eloquente; ora che il discorso è stato letto dall’Accademia, è tutto regolare e Dylan è a tutti gli effetti un premio Nobel”. Il messaggio è arrivato con un audio link e Dylan ha spiegato di non considerarsi uno scrittore o un letterato. “Non appena ho vinto il premio – scrive – mi sono subito domandato quale legame ci fosse fra le mie canzoni e la letteratura»” Poi ha citato i suoi artisti preferiti, tra cui Buddy Holly che “mi ha cambiato la vita” e i suoi libri preferiti: Moby Dick, l’Odissea e Niente di nuovo sul fronte occidentale. Infine ha scrtitto: “Le canzoni sono vive in una terra di vivi. Le canzoni non sono letteratura. Nascono per essere cantate, non lette. I testi di Shakespeare sono fatti per essere portati in palcoscenico, così come le canzoni sono fatte per essere cantate, non stampate su una pagina. E io spero che molti di voi ascoltino i miei testi nel modo per cui sono stati creati: cioè in concerto, sui dischi o sui nuovi media. Vorrei citare ancora Omero che disse: Canta in me, o Musa, e attraverso me racconta una storia”.
La lettera di Dylan al Nobel: i miei testi nascono per essere cantati
A rendere pubblica la lettera di ringraziamento il Segretario permanente del Nobel Sara Danius
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6 Giugno 2017 - 12.08
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