Arriva in libreria il 15 novembre per Einaudi un cofanetto che comprende il nuovo album di Roberto Vecchioni ‘Canzoni per i figli’ con l’inedito ‘Che c’eri sempre’, poesia musicata scritta per la mamma, e l’ultimo libro del cantautore ‘La vita che si ama. Storie di felicità’.
Seguirà, all’inizio del 2017, il tour nei più prestigiosi teatri italiani. La musica e la letteratura, universi di riferimento del cantautore, si fondono in un lavoro nel quale Vecchioni padre si racconta ai suoi figli Francesca, Carolina, Arrigo ed Edoardo.
Le canzoni sono tutte presenti nel libro e ne costituiscono parte integrante.
Tre anni dopo il disco d’oro ‘Io non appartengo più’, il cantautore è tornato in studio per incidere il disco prodotto da Danilo Mancuso per D.M.E. con 9 canzoni dedicate ai figli e il brano inedito ‘Che c’eri sempre’. Il nuovo arrangiamento è di Lucio Fabbri, dai capolavori più conosciuti come ‘Figlia’ e ‘Le Rose Blu’ a quelli meno noti. Le canzoni sono risuonate, ricantate e riconcepite sino a discostarsi, in alcuni casi, dall’originale come ad esempio nel brano ‘Quest’uomo’. Tra le sorprese, ‘Canzone da lontano’, ninna nanna scritta per Francesca, tratta dall’album ‘Montecristo’ ormai introvabile, la versione recitata di ‘Figlio figlio figlio’ e l’arrangiamento nuovo di ‘Un lungo addio’, dedicata a Carolina.
I brani sono tenuti insieme da un filo narrativo che parte dal racconto del ‘mestiere’ di padre, di quell’uomo che ha insegnato “la grandezza della malinconia”, sentendosi ridicolo nell’aspettare dietro la porta che i figli tornassero a casa (‘Quest’uomo’) e si conclude con un ribaltamento dei ruoli perché quello stesso uomo diventa figlio e si rivolge alla madre. Un’opera nuova, la colonna sonora giusta per accompagnare la lettura di un libro pieno di memoria e di felicità perché, come scrive Vecchioni, “non si è felici nell’imperturbabilità, ma nell’attraversamento del vento e della tempesta”.
La ‘band storica’ con Lucio Fabbri (pianoforte e violino), Massimo Germini (chitarra acustica), Marco Mangelli (basso), Roberto Gualdi (batteria) crea un tappeto musicale delicato e intimo.