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Fedez, il rap che vende

In testa alle classifiche col nuovo album nel giorno del compleanno. La storia di Fedez, dal Leoncavallo a X Factor passando per il Circo Massimo.

Fedez, il rap che vende
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15 Ottobre 2014 - 18.18


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di Francesco Troncarelli

Primo in classifica il giorno del compleanno. Questo è il regalo che ha ricevuto il rapper Fedez in occasione dei suoi 25 anni. Un regalo gradito visto il successo che riscuote presso il pubblico giovanile e la notorietà che sta avendo in questo periodo (da X Factor dove è uno dei giudici del talent fino alle recenti polemiche politiche per la canzone accusata di vilipendio al Capo dello Stato), ma non inatteso.

“Pop-hoolista”, l’album che lo vede campione delle vendite, venti tracce con cui fotografa tra rime e giochi di parole questa Italia dove “l’importante è precipitare”, ci ha messo infatti appena una settimana ad arrivare in testa alla hit da quando è uscito (fine settembre) ed è già disco d’oro, e questo risultato è destinato ad essere superato in breve tempo con le vendite di questi giorni che hanno confermato il primato e quelle a venire.

Milanese di nascita, ma cresciuto nell’hinterland, all’anagrafe Federico Leonardo Lucia, ha iniziato giovanissimo a rappare partecipando e vincendo numerose gare di freestyle. Una gavetta lunga e proficua passata anche attraverso il Leoncavallo dove campionava “Meno male che Silvio c’è” elencando le indagini in cui era coinvolto Berlusconi, e che nel giro di pochi anni lo ha portato da nome di un genere di nicchia a personaggio di risonanza pubblica, al pari di tanti altri “fratelli” di rap attualmente sulla cresta dell’onda e dell’attenzione mediatica come J Ax, Fabri Fibra, Emis Killa, Club Dogo, Clementino e Rocco Hunt.

Archiviata ma non rinnegata l’esperienza dei Centri sociali, Fedez politicamente appoggia Beppe Grillo (suo il brano-inno per l’evento del Circo Massimo, “Non sono partito), musicalmente ama Guccini e de Andrè, e con il compagno di rime e d’affari J Ax ha fondato una etichetta indipendente, la Newtopia, una sorta di factory che spazia dal rap ai format tv passando naturalmente anche dal web, da dove peraltro super tatuato rapper ha cominciato quando era uno dei tanti.

L’”hoolingan del pop” a cui il magazine Rolling Stone ha dedicato la copertina del numero in edicola (più giovane artista italiano nella storia della rivista), ha un canale youtube con 157 milioni di visualizzazioni dove oltre a inserire i suoi brani, pubblica una seguitissima web serie in cui racconta le sue giornate e conta su 1 milione e duecentomila amici su Facebook e 500 mila seguaci su Twitter, per i quali si fa portavoce dei malesseri e dei disagi che vivono.

E lui non delude questa gioventù “parzialmente stremata”. Più attacca con il rap, più “spacca”, come dicono i suoi fan che ne apprezzano impegno e talento. E a chi lo accusa (i rivali in carriera) di essersi imborghesito, Fedez oltre a ironizzare “sono arrivato dove loro vorrebbero”, replica che ha preso l’arte per l’arte e il lavoro per il lavoro, senza fare sconti a nessuno, “l’essenziale- come dice- è che quando porti il tuo mondo in un contesto che non ti appartiene come la televisione (riferimento a X Factor n.d.r.), non svilisci la tua dignità e sei sempre te stesso”. Parola del fenomeno Fedez.

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