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Abel Ferrara racconta Piazza Vittorio, multiculturale e intollerante

Uno dei film presentato fuori concorso a Venezia è 'Piazza Vittorio', dove il regista narra di una giornata di vita, tra realtà controverse e opposte

Abel Ferrara racconta Piazza Vittorio, multiculturale e intollerante
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11 Settembre 2017 - 11.32


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Al termine del Festival di Venezia, resta ancora del tempo per parlare delle innumerevoli pellicole che l’hanno reso unico.
Non solo quelle in concorso, ma non vittoriose, ma anche gli innumerevoli film ‘ fuori gara’.
‘Piazza Vittorio’ è uno di questi.
“Come non ha senso “parlare in generale di ‘americani’, così esistono mille aspetti degli italiani e di Roma. Io racconto la città che vivo io, nel quartiere Esquilino, che è al tempo stesso multiculturale e piena di contraddizioni” così commenta il regista Ferrara.
Un crogiuolo di energie e contrasti racchiuso in Piazza Vittorio, il documentario fuori concorso a Venezia dedicato alla piazza capitolina, dove il regista newyorchese Abel Ferrara ha preso casa da tre anni. “Era da 15 anni che facevo avanti e indietro dall’Italia, poi ho deciso di stabilirmi a Roma, è la città dove mi sono innamorato di mia moglie Cristina con cui ho avuto mia figlia”.

L’empatia del regista con Roma traspare nel film non fiction, dove nell’arco di una giornata, racconta immigrati e romani storici, abitanti famosi, da Willem Dafoe a Matteo Garrone e presenze controverse, come quella di Casapound.
In un flusso di racconto troviamo, fra gli altri la signora presa da un accesso di rabbia diretto agli stranieri, che per lei “hanno rovinato l’Italia”.

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