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"Le ultime cose" di Irene Dionisio alla 31esima settimana della critica

Tra i mille volti che raccontano l’inventario umano del nostro tempo, tre storie s’intrecciano sulla sottile linea del debito morale

"Le ultime cose" di Irene Dionisio alla 31esima settimana della critica
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25 Luglio 2016 - 15.39


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Torino, Banco dei pegni. Una moltitudine dolceamara impegna i propri averi, in attesa del riscatto o dell’asta finale. Tra i mille volti che raccontano l’inventario umano del nostro tempo, tre storie s’intrecciano sulla sottile linea del debito morale.

Sandra, giovane trans, è appena tornata in città nel tentativo di sfuggire al passato e ad un amore finito. Stefano, assunto da poco, si scontra con la dura realtà lavorativa e assiste ai miseri maneggi nel retroscena del Banco. Michele, pensionato, per ripagare un debito si ritrova invischiato nel traffico dei pegni.

Un racconto corale sullo stare nel mondo al tempo della grande diseguaglianza.

Mi sono sempre domandata quanto e come ci modifichino i problemi economici che viviamo quotidianamente, cosa ci spinga a lavorare 14 ore al giorno per non possedere nulla, se non il semplice diritto di esistere, e cosa spinga chi potrebbe cambiare le cose a non porsi mai domande.

Quanto un debito è soprattutto un debito morale, una colpa? Molte domande e poche risposte, finora. Ma molte storie da osservare attorno a noi. A Torino mi sono imbattuta nel banco dei pegni, nella sua densità di significato e di vita: un luogo che brulica di vite vissute, volti storie, la metafora di una società basata sullo scontro tra debitore e creditore.

Irene Dionisio

Irene Dionisio è nata nel 1986. Laureata in filosofia estetica e sociale all’Università di Torino, ha frequentato il Master in documentarismo diretto da Daniele Segre e Marco Bellocchio, e il Master IED diretto da Alina Marazzi. Attraverso l’associazione Fluxlab, di cui è socia fondatrice, cura progetti culturali e artistici su tematiche quali l’integrazione, le politiche culturali e le questioni di genere. La sua produzione artistica include videoinstallazioni e documentari, fra cui Sponde. Nel sicuro sole del nord (2015) e La fabbrica è piena. Tragicommedia in otto atti (2011). Le ultime cose è il suo primo lungometraggio di finzione.

Le ultime cose è una produzione tempesta / Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema, in coproduzione con Amka Films Productions e Ad Vitam Production, in coproduzione con RSI Radiotelevisione svizzera, con il sostegno di Ufficio federale della cultura (DFI), Svizzera, in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà. Film riconosciuto di interesse culturale con il sostegno del

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale Cinema, con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte. Distribuzione: Istituto Luce – Cinecittà.

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