Ennio Morricone racconta il sodalizio con Pasolini | Giornale dello Spettacolo
Top

Ennio Morricone racconta il sodalizio con Pasolini

In un’intervista a La Repubblica, il maestro Ennio Morricone ha raccontato il suo primo incontro con Pasolini e di quella volta in cui gli disse: “È venuto dalla persona sbagliata!”.

Ennio Morricone racconta il sodalizio con Pasolini
Preroll

GdS Modifica articolo

14 Febbraio 2016 - 14.15


ATF

Candidato all’Oscar per The Hateful Eight, il suo primo film con Quentin Tarantino, Ennio Morricone, ha raccontato nell’intervista, il suo rapporto con Pasolini, per cui ha composto le colonne sonore di cinque film: “Uccellacci E Uccellini”, “Teorema”, “I Racconti Di Canterbury”, “Il Fiore Delle Mille E Una Notte” e “Salò” O “Le 120 Giornate Di Sodoma”.

Il maestro Morricone parla del suo primo incontro con il regista di Casarsa: “Arrivò da me per Uccellacci e uccellini, il film con Totò. Mi diede una lista di brani da inserire e io gli dissi: mi diverto ancora a scrivere la mia musica, è venuto dalla persona sbagliata! Poi mi lasciò libero di comporre. Abbiamo fatto insieme cinque film. Però voleva che ci mettessi, per questioni scaramantiche, una musica preesitente. In Uccellacci e uccellini fu il tema di un’opera di Mozart, e lo inclusi eseguito da un’ocarina. Gli bastava che ci fosse. In Teorema, sempre per superstizione, volle il Requiem mozartiano e io ne misi una citazione nascosta nelle dissonanze.”

Proprio in questi giorni si è tornati a parlare degli ultimi mesi di vita di Pasolini, grazie al film di David Grieco, La macchinazione, che uscirà il 24 marzo. Quando il 2 novembre del ’75 il corpo senza vita di Pasolini fu trovato all’Idroscalo, David Grieco fu tra i primi a giungere sul posto insieme al medico legale Faustino Durante. Grieco e Pasolini erano legati da profonda amicizia; a lui la famiglia chiese di scrivere la memoria di parte civile del primo processo per l’omicidio. Sul film ha dichiarato: “La macchinazione sposa tutte le varie ipotesi sulla morte del Poeta, intrecciandole in un ordito semplice e verosimile. Perché c’è del vero in ognuna delle varie tesi. Una verità sepolta sotto tante verità».

Poi Morricone, si sofferma a spiegare il suo metodo di lavoro con i vari registi con cui ha lavorato: “La musica dev’essere autonoma e acquisire importanza di per sé, senza confondersi con il resto. D’altra parte l’orecchio umano, per sua natura, non può ascoltare due segnali diversi, cioè il dialogo e la musica, oppure la musica e i rumori. Ho cercato sempre di comunicare ai registi questa mia convinzione. Di solito lavoro sull’idea narrativa e poi scrivo, e al regista spiego quella che sarà la strumentazione, per quanto mi è possibile. Ma tutto dipende dal mio rapporto con lui. Con Tornatore, per esempio, ho fatto dodici film, e dunque con lui c’è una particolare intesa e so già cosa vuole. Così come lo sapevo con Montaldo e Bolognini. Se hai familiarità con uno stile cinematografico la sintonia scatta dall’inizio, mentre il primo film con un regista di solito è complicato.”

Native

Articoli correlati