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Quattro, ma non Fantastici...

I reboot dei Fantastici Quattro e di Terminator sono la prova che i titoli non bastano, ma servono anche le storie...

Quattro, ma non Fantastici...
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12 Agosto 2015 - 21.31


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Di Marco Spagnoli

@marco_spagnoli

Variety parla apertamente di un ‘reboot problem’ di Hollywood.
A fronte di un Jurassic World che rompe tutti i record, di un Mad Max che incontra il successo, ci sono alcune delusioni significative dopo la ‘toppata’ del secondo Amazing Spider-Man dell’anno scorso: il pressoché incomprensibile in termini di trama Terminator Genisys e, adesso, I Fantastici Quattro che fa sembrare il tanto vituperato originale come uno spettacolare tentativo, rispetto a questo film tanto dark quanto poco divertente o brillante a dispetto di alcune cose buone come il cast e gli effetti visivi molto convincenti.

Per non far scadere i diritti, gli Studios, ogni tot anni devono ‘ravvivare’ la franchise con un reboot, ovvero una ‘rigenerazione’ dell’intera saga con nuovi attori e altri personaggi.

nell’ultimo decennio è un approccio produttivo che ha funzionato per Batman, Spider-Man e per Bond: esplorare nuovamente le loro origini ha dato vita a franchise di successo, mentre ha funzionicchiato per Superman e, adesso, il pubblico, secondo Variety, inizia a stancarsi di tornare sempre alla casella del VIA per vedersi raccontata una nuova storia legata a personaggi in giro da sempre. Tornare a raccontare i personaggi va (necessariamente) bene, ma non sempre partendo dall’inizio.

La Bibbia dell’industria americana insiste sul fatto che questo ‘giochino’ delle origini dei personaggi non vada più bene e che il pubblico si sia stancato: in realtà è difficile dire se le cose stiano realmente così, perché Terminator Genysis e, soprattutto I Fantastici Quattro sono film che hanno ben altri problemi e prima di dire se sia l’idea a renderli non riusciti ce ne vuole.

Del resto si era capito che qualcosa non funzionava nella nuova versione dei personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby quando il regista Josh Trank, il giorno prima dell’arrivo del film nelle sale, aveva twittato eppoi cancellato la frase in cui sosteneva di avere una versione di questo film molto migliore un anno fa, insinuando che la Fox lo avesse obbligato a mettere la sua firma su un film meno riuscito. Una caduta di stile rovinosa per un film certamnte deludente, sui cui, però, Trank ha messo comunque la firma e sul cui esito avrebbe certamente fatto meglio a tacere.

In realtà I Fantastici Quattro è un tentativo di rendere adattti al pubblico “teen”, personaggi che già dalla prima uscita nel 1961 a fumetti erano più adulti e funzionavano diversamente da come li vediamo in questo film: senza merito e senza eroismi, contro un nemico, che, qui, è un ex amico rinnegato e con una storia così forzatamente ‘innovativa’ dall’essere, invece, prevedibile fin dal primo fotogramma, con un gruppo di giovani riluttanti pronti a trasformarsi loro malgrado nei più grandi eroi della Terra…

Peccato che Marvel abbia stabilito uno standard di humour e di scrittura che questa versione dei Fantastici Quattro è ben lungi dall’avere, risultando altresì verbosa e facendo aspettare ben 50 minuti gli spettatori prima che si manifesti qualsiasi superpotere. I Fantastici Quattro, così, diventa la storia di quattro tizi tutt’altro che fantastici e che risultano, invece, piuttosto noiosi.

Lontano dagli Avengers e dagli X-Men, quello che è stato uno dei fumetti più riusciti della storia Marvel viene abbattutto a colpi di prevedibilità con qualche, forse, nemmeno troppo voluta citazione da altri film Marvel come, su tutti, l’Hulk di Edward Norton.

Reboot problem? Probabilmente sì, ma con una sceneggiatura così fragile che non tiene conto della qualità delle storie offerte dal fumetto, forse, non è questo il vero problema.

La questione è, forse, più semplice: il cinema deve considerare i fumetti per quello che sono ovvero letteratura. Un romanzo ha delle regole nel suo adattamento e senza volere essere cattedrattici, la realtà che qui i tradimenti della storia originale portano ad un appiattimento della trama presa sottoagamba e non alla sorpresa del pubblico.

Non tutti i fumetti portano necessariamente a film riusciti: Lanterna Verde, DareDevil, Elektra hanno già distrutto dei personaggi potenzialmente interessanti, facendo inorridire i fans e facendo fuggire il pubblico altrove.Ci sono, però, anche film tratti da comics che hanno superato le più rosee speranze: Iron Man, I Guardiani della Galassia e lo stesso Ant Man, hanno delle sceneggiature davvero brillanti al punto da conquistare critica e pubblico per humour e intelligenza. Ovviamente nemmeno tutti i film Marvel sono dello stesso livello, eppure si avverte un marchio di fabbrica che altri titoli invece, non hanno e non rispettando nessuno standard a monte, sembrano franare rovinosamente a valle. Come nel caso dei Fantastici Quattro: un film che il pubblico italiano giudicherà a partire dal 10 settembre e che, nel nostro paese, potrebbe essere ‘salvato’ dalla competizione sfavorevole con franchise ben più riuscite come quella di Mission Impossible con l’ottimo Rogue Nation, con lo straordinario Minions e con Ant Man che rappresenta la vera sorpresa Marvel dell’anno, grazie ad un eroe certamente più piccolo (gioco di parole), ma non per questo meno interessante, grazie ad un ottimo cast e, sopratutto, alla qualità di una sceneggiatura ricca di humour.

Reboot o meno, il problema è sempre lì: la sceneggiatura e la sua qualità. Le idee, le trovate, le innovazioni. Certamente I Fantastici Quattro meritavano molto di più. Vedremo, adesso, cosa accadrà con Pan e con Poltergeist.

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