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Trash: storia di amicizia e giustizia nelle favela brasiliane

Il film di Stephen Daldry è presentato nella sezione Gala del Festival internazionale del film di Roma: la rivincita dei rifiuti della società.

Trash: storia di amicizia e giustizia nelle favela brasiliane
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18 Ottobre 2014 - 13.32


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“Quello che volevo raccontare con ‘Trash’ era una fiaba, una storia di avventura: è stato un miracolo” Con queste parole Stephen Daldry ha presentato “Trash”, pellicola inserita nella sezione Gala del Festival Internazionale del Film di Roma. “Ho letto il romanzo di Andy Mulligan – ha detto il regista – e l’ho trovato un bellissimo libro. Già la narrazione si prestava a diventare un film, perché è tutto raccontato in prima persona. Si tratta di una storia di amicizia e, nonostante ci sia thriller e azione, come tematiche non si allontano molto dal tipo di cinema che ho realizzato fino ad oggi”.

“Trash” racconta la storia di due ragazzini di una favela di Rio che, scavando tra i detriti di una discarica locale, trovano un portafoglio che cambierà le loro vite. Solo quando si presenta la polizia, disponibile addirittura a offrire una generosa ricompensa per la restituzione, i ragazzi, Rafael e Gardo, realizzano di avere in mano qualcosa di molto importante. Dopo aver coinvolto l’amico Rato, il trio affronta una straordinaria avventura per scappare dalla polizia e scoprire i segreti contenuti nel portafoglio. Un film, che nonostante abbia i toni della fiaba e dell’avventura – per certi versi ricorda “The Millionaire – indaga sulla corruzione che è presente nella società brasiliana, soprattutto la polizia e la politica, che ha fatto divampare le proteste in tutto il paese.

“Per come è strutturato il racconto, ciò che volevo mettere in risalto è questa idea di giustizia sociale. Questo mi ha molto incuriosito”. Il regista, che per il suo film oltre a due grandi attori di Hollywood come Rooney Mana e Martin Sheen ha deciso di affidarsi a tre adolescenti brasiliani – Rickson Tevez, Luis Eduardo, Gabriel Weinstein tutti esordienti sul grande schermo – ha sottolineato che senza il loro entusiasmo non avrebbe realizzato Trash: “Il film è mio, ma appartiene soprattutto ai brasiliani e ai miei giovani protagonisti: tutto ciò che c’è nel film infatti è merito loro. Loro sono fioriti insieme alla storia: l’umorismo è il loro umorismo, la speranza è la loro speranza, l’ottimismo è il loro ottimismo e soprattutto il senso di giustizia è il loro senso della giustizia”.

Daldry ha infatti spiegato che era sua intenzione mettere in risalto la voce dei giovani brasiliani: “Posso dire che anche la corruzione della polizia e dei politici è stata raccontata attraverso gli occhi dei i tre attori protagonisti. Questo è il loro modo di vedere la società, anche perché ognuno di loro ha avuto problemi con le forze dell’ordine nella loro vita”.

Su come è stato accolto il film in Brasile, Daldry ha detto: “La vicenda nonostante sia per certi versi drammatica, è vista dai brasiliani come una commedia. Sembra assurdo: ma loro trovano questo film molto buffo, soprattutto per come parlano i tre ragazzi, che usano uno slang molto simpatico”.

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