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Politics di Semprini in caduta libera: doppiato nello share da DiMartedì

Giovanni Floris supera il rivale e La7 si gode la vittoria su Rai3. Anzaldi (vigilanza Rai): "Chi paga a Viale Mazzini per questa débâcle?"

Politics di Semprini in caduta libera: doppiato nello share da DiMartedì
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14 Settembre 2016 - 14.21


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Il dato è chiaro: la Rai non è più la regina dei talk show televisivi. Il trend al ribasso per Viale Mazzini era già evidente dall’anno scorso, ma quest’anno il flop è ancora più palese. Il nuovo programma di Gianluca Semprini, Politics, è in caduta libera e ha perso ancora ascolti, impietosamente doppiato nello share dal diretto concorrente: DiMartedì in onda su La7. Floris batte Semprini 6,9% di share a 3.5%, che tradotto in numeri di telespettatori significa 1 milione 48mila spettatori su La7, contro gli 835mila di Rai 3. Con l’inizio del talk di La7 – che la settimana scorsa era ancora in vacanza – Politics ha perso 453mila spettatori, con un calo dello share di 2,43%: insomma un vero e proprio fallimento per la Rai che ha strappato e fortemente voluto Semprini da Sky.

Anzaldi: chi paga per il fallimento dei talk del martedì in Rai? “Fino a due anni fa il martedì sera rappresentava il fiore all’occhiello dell’informazione della Rai, il primo talk show per ascolti e autorevolezza, l’unico rimasto in grado in prima serata di andare sopra il 10% di share, con diversi milioni di telespettatori sintonizzati. Oggi quel patrimonio di informazione e di ascolti non c’è più. Chi pagherà per questo disastro, purtroppo annunciato? Di chi è la responsabilità di aver danneggiato in modo probabilmente irreversibile l’informazione del servizio pubblico, regalando quella preziosa serata televisiva alla concorrenza de La7?”. E’ quanto scrive su Facebook il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. “Il flop di ascolti di ieri sera di ‘Politics’ sebbene siamo solo alla seconda puntata, rappresenta il coronamento di una strategia tafazziana e suicida della Rai, più volte denunciata e che, purtroppo, viene da lontano. Prima è stato permesso l’addio di Giovanni Floris, provocando la fuga di metà del pubblico sulla rete rivale, che ha così ottenuto in dote l’avviamento dalla Rai per realizzare da zero la nuova trasmissione del martedì. Poi è stata decisa la chiusura definitiva di Ballarò e la sperimentazione di un nuovo formato proprio al martedì sera. Vista l’agguerrita concorrenza de La7, sarebbe stato forse più opportuno mantenere Ballarò al martedì e spostare la sperimentazione del nuovo talk ad un’altra serata e non proprio nel giorno più difficile”. Ha aggiunto il deputato dem: “Oggi la Rai si ritrova l’informazione del martedì sera doppiata da La7: 3,5% di ‘Politics’ contro il 6,9% di ‘DiMartedì’. Anche la curva degli ascolti conferma la débâcle: nel periodo di sovrapposizione entrambe le trasmissioni partono intorno al milione di telespettatori, poi più si va avanti e più la forbice si allarga, con La7 che tocca il picco dei 2 milioni e rimane costantemente sopra 1,5 milioni, mentre Raitre crolla fino alla soglia dei 500mila, finendo ultima rete tra le sette principali generaliste”. “La strada scelta dall’innovazione, in realtà – ha aggiunto il segretario della Vigilanza Rai – è sembrata molto vecchia: intervista monologo a Luigi Di Maio, senza contraddittorio e senza tenere particolarmente fede a quel motto ‘a domanda precisa, risposta precisa’ con cui era stata lanciata la nuova trasmissione, e sconfessando anche il modello del ‘confronto’ che aveva contraddistinto l’attività di Gianluca Semprini a Sky. Le risposte dell’esponente M5s sono sembrate nulla di più della propaganda già sentita nei giorni scorsi. Ora chi pagherà? Per conoscere i nomi dei responsabili di ieri e di oggi e i loro ricchi compensi basta dare un’occhiata a Stipendiopoli”.

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