007 ostaggio degli hackers | Giornale dello Spettacolo
Top

007 ostaggio degli hackers

Talvolta la realtà supera la fantasia e perfino le più fervide menti degli sceneggiatori devono arrendersi di fronte ad eventi che rischiano di ridicolizzarli. [Piero Cinelli]

007 ostaggio degli hackers
Preroll

GdS Modifica articolo

15 Dicembre 2014 - 17.20


ATF
di Piero Cinelli

Talvolta la realtà supera la fantasia e perfino le più fervide menti degli sceneggiatori devono arrendersi di fronte ad eventi che rischiano di ridicolizzarli. E’ il caso della sceneggiatura di Bond 24, alias Spectre, caduta nelle mani degli hackers, che potrebbe sabotare lo stesso progetto. Era già successo a The hateful height di Tarantino, con la sceneggiatura finita improvvidamente nelle mani di un sito di gossip, che l’aveva pubblicata suscitando il legittimo sdegno del regista che in un primo momento aveva deciso di rinunciare al film e poi dopo una revisione della stessa tornato agli onori della produzione. Ma se con ‘Gli odiosi otto’ di Tarantino siamo di fronte ad un western, anzi ad un western revisionista in perfetto stile tarantiniano dove il buono va cercato col lanternino tra le montagne del Kansas in mezzo ad un mucchio di cattivi sanguinari, il furto della sceneggiatura di Spectre apre una ferita molto più profonda, che viola nell’immaginario gli stessi santuari dell’ MI6, il servizio segreto di intelligence di Sua Maestà, che dopo essersi lanciata con il paracadute sulle olimpiadi londinesi protetta dal suo invincibile paladino Daniel Craig, adesso farebbe bene a mobilitare i suoi agenti effettivi per non farlo sputtanare.

Quest’ultima forse, con la cattura dei villain informatici, potrebbe essere l’unica via d’uscita dalla minaccia che rischia di ridurre il grande Bond ad un agente chiacchierato e prevedibile. Si può immaginare un disastro più grande di un agente segreto che più segreto non è? I produttori della Eon Productions e la Sony, che come rivelato dagli stessi hackers, stanno investendo 300 milioni di dollari sul progetto, il più alto budget della storia del cinema, sono di fronte ad un dilemma gigantesco. Riscrivere la sceneggiatura è a questo punto pressoché impossibile, visto che le riprese sono già iniziate e l’uscita del film (già fissata worldwide per ottobre 2015) è improcrastinabile (ed inoltre far lievitare ancora il budget sarebbe un suicidio collettivo). Quindi le strade sono due o fare finta di niente e andare avanti per la propria strada incuranti della diffusione a orologeria dei dettagli sulla trama oppure subire il ricatto degli hackers che sicuramente non mancheranno (se non l’hanno già fatto) di chiedere pegno, con tutte le incognite del caso. In entrambi i casi, diciamocelo, è una figura di… per il più indomabile degli agenti segreti, che questa volta, se la coppia Sam Menedes – Daniel Craig non fa qualche miracolo, potrebbe non raggiungere l’obiettivo del miliardo di incassi, a cui è chiamato.

Visti i costi di gestione, il rischio del pensionamento anticipato. Ma se a James Bond va male, alla Sony va molto peggio. L’assalto informatico che l’ha colpita si sta rivelando di proporzioni inaudite, con tutti o quasi i dati sensibili della major oltre a quelli personali, nelle mani dei ‘pirati’. La società ha accusato nientemeno che il leader nordcoreano Kim Jong Un di essere il mandante dell’assalto informatico, deciso a vendicarsi del film prodotto dalla major The interview, in uscita proprio in questi giorni, che racconta la storia di due gossippari americani (James Franco e Seth Rogen) reclutati dalla CIA per assassinare proprio il leader in oggetto, dipinto nel film (senza troppa fantasia) come un pazzo sanguinario. Stretta tra Bond, The Interview, il governo nord coreano, l’Fbi (che è stato chiamato in causa dalla stessa Sony) e il Presidente Obama, la co-presidente della società Amy Adams (autrice oltre a tutto ciò di battute razziste contro il Presidente Obama) resta salda al suo posto.

E poi dicono che Hollywood è tutta una telenovela.

Native

Articoli correlati