Dopo lo spettacolo di Caravaggio, che nei teatri è andato benissimo, Vittorio Sgarbi passa a un altro artista-mito: Michelangelo. Il critico d’arte, le cui intemperanze con un linguaggio talvolta violento e offensivo vanno criticate e rigettate senza mezzi termini, resta un grande affabulatore dell’arte e un esperto eccellente d’arte antica. E va in tournée con lo show sul Buonarroti dal 15 al 18 marzo dal Teatro Olimpico di Roma (dopo in tournée), debuttando nello stesso giorno quando esordisce a Roma all’Auditorium della Conciliazione il mega-show ”Giudizio Universale”, con ricostruzione degli affreschi della Cappella Sistina con effetti visivi, musiche di Sting e la voce di Pierfrancesco Favino. Per la cronaca, Sgarbi correva per il centro destra ad Acerra ma Luigi Di Maio lo ha battuto nettamente. Può essere ripescato tramite il proporzionale.
Al riguardo a chi entra ora in Parlamento dice: “Sappiano che hanno un nemico per sempre. Il fascismo è iniziato così. Ora è in corso la marcia su Roma. Ci apprestiamo a fare Resistenza. Siamo nelle mani di un popolo di disperati che penserà sia più importante avere un reddito di cittadinanza e non fare niente che occuparsi delle opere d’arte. Il mio compito sarà cercare di arginare un po’ la barbarie”.
Sgarbi ha confessato di aver pensato a uno spettacolo sul Rinascimento ma la possibilità di un movimento politico intitolato a quella stagione lo ha fatto desistere e puntare sul Buonarroti confrontandolo con artisti moderni da Rodin e Munch a Jan Fabre e con i nostri tempi e con l’attualità.
Fosse stato lui ministro dei beni culturali, come vorrebbe, avrebbe reso gratuito l’ingresso a tutti i musei (statali, sugli altri non avrebbe potere).
Dopo Michelangelo il critico d’arte racconterà Leonardo da Vinci dal 3 giugno dal Teatro Romano di Verona (nel 2019 scattano i 500 anni dalla morte dell’autore della “Gioconda”). Lo storico dell’arte rivela che, sempre in vista delle celebrazioni dei centenari, nel 2012 potrebbe fare uno spettacolo su Dante Alighieri “anche per dare una lezione a Benigni”.