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Rivoluzione Franceschini: in teatro solo contratti a termine

Il ministro annuncia una nuova era: nuova gestione più sana, fatta di meno sprechi e meno soldi per le indennità e per i frac.

Rivoluzione Franceschini: in teatro solo contratti a termine
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5 Ottobre 2014 - 10.18


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«Non ci sarà un contagio. Il caso di Roma è isolato» ma «auspico che in futuro si vada verso situazioni in cui orchestre e coro siano interne ai teatri ma con contratti a termine. Una procedura che potrebbe essere applicata ai nuovi assunti. È un modo per aprire ai giovani e per mettere fine alle rendite di posizione». Lo ha dichiarato il ministro della Cultura, Dario Fraceschini, in un’intervista, parlando del licenziamento di orchestra e coro al teatro dell’Opera di Roma.

«Bisogna che i teatri lirici non sprechino più e che si dotino di rapporti di lavoro più moderni. Sono qui per cambiare» ha sottolineato. Il ministro ha elencato gli investimenti dello Stato nel settore: «Alle fondazioni 186 milioni di euro, più 125 a quelle in crisi. Per tutto il resto del sistema musicale rimane il 23% dei finanziamenti e parliamo di 29 teatri di teatri di tradizione, 50 festival, tutto il jazz e la musica contemporanea. Bisogna che a questo impegno così sostenuto corrisponda una gestione della lirica più sana».

«Se lo Stato investe per 14 fondazioni il 47 per cento del Fondo unico per lo Spettacolo, cinema e teatri compresi non è per garantire l’indennità umidità o di frac», ha aggiunto.

Infine ha osservato che «i collegamenti fatti in questi giorni tra articolo 18 e vicenda dell’Opera, a mio avviso, sono assurdi. Non penso – ha ribadito – che l’esternalizzazione sia un modello per le altre orchestre. È una risposta particolare a una situazione particolare».

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