Si avvicina il Capodanno e, come da tradizione, il concertone gratuito nella Capitale è al centro delle polemiche. Quest’anno, il protagonista involontario dello scandalo è Tony Effe, il controverso rapper della Dark Polo Gang, escluso dall’evento per decisione del sindaco Roberto Gualtieri. Motivo? I testi delle sue canzoni, sessisti, troppo dissacranti, espliciti e poco educativi per una piazza affollata di famiglie e bambini.
La mossa ha scatenato una reazione a catena che parte dai fan di Tony Effe per finire agli artisti con le altre due indispettite star del concertone (guarda caso della Casa Universal come Tony!!!) Mahmood e Mara Sattei che lasciano mentre gli immancabili opinionisti social raddoppiano: “Però sesso e samba la cantavano tutti hahaha…” scrive su TikTok un utente, “Mamma ma se non studio divento come coloro che hanno deciso di cacciarlo?” scrive un altro. Ancora su TikTok, Marco posta “Se iniziamo a sanitizzare la musica, finiremo ai concerti ad ascoltare l’Ave Maria”.
Ma la vera domanda è: il sindaco è un moralista o un paladino del buon gusto? La decisione di Gualtieri sembra rifarsi a un ideale di concerto pubblico che sia inclusivo, sobrio e in linea con i valori educativi. Insomma, niente “flex”, “money gang” o “bibbi” né riferimenti espliciti a sostanze illegali e vite al limite.
Un tentativo di moralizzazione che si è trasformato in un boomerang mediatico clamoroso. Il fronte degli artisti si è subito mobilitato. “Trovo che sia davvero un brutto gesto escludere Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma privando un ragazzo di esibirsi nella sua città”, scrive su Instagram Emma. “La musica – posta invece Giorgia – è espressione di libertà di chi la fa ma anche di chi l’ascolta che può scegliere se ascoltarla oppure no” e “Smettetela di censurare, siete voi che non capite”, sentenzia Lazza.
Il vero paradosso di tutta questa vicenda è che, nel tentativo di evitare le polemiche, il Comune capitolino ha generato un’ondata di indignazione ancora più grande. Gualtieri non si aspettava questo effetto domino che a pochi giorni dal Capodanno gli ha fatto imparare una lezione: in un’epoca in cui la libertà di espressione è un tema caldissimo, censurare un rapper è come cercare di spegnere un incendio con la benzina.
Non so se l’amministrazione di sinistra del Comune riuscirà a trovare artisti da far salire su quel palco o se dovrà sostituirli direttamente con l’affabile Gualtieri e la sua amata chitarra, ma di sicuro il concertone di quest’anno passerà alla storia per il gran caos che lo ha preceduto. Tony Effe non salirà sul palco ma il sindaco gli ha scaldato il microfono per un sicuro successo al Festival di Sanremo della meloniana Rai. Ahi ahi, a volte com’è strana questa sinistra.