Amatrice a cinque anni dal sisma del 24 agosto. «Ora la ricostruzione si vede» | Giornale dello Spettacolo
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Amatrice a cinque anni dal sisma del 24 agosto. «Ora la ricostruzione si vede»

Parla Brunella Fratoddi, architetto in Comune: pur tra difficoltà i lavori procedono. Una mostra di opere recuperate, un museo provvisorio finanziato da Enrico Brignano, le foto di TerraProject

Amatrice a cinque anni dal sisma del 24 agosto. «Ora la ricostruzione si vede»
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Stefano Miliani Modifica articolo

22 Agosto 2021 - 22.18


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«Nella ricostruzione di Amatrice tutto è faticoso ma siamo sulla strada giusta. Grazie anche all’aiuto del commissario per il sisma Giovanni Legnini». Il parere viene da una persona competente e che ha cognizione di causa: Brunella Fratoddi. Architetto che vive nella cittadina polverizzata dal terremoto del 24 agosto 2016, lavora all’ufficio tecnico dei lavori pubblici del Comune. Fin dal primo momento si è impegnata per far rinascere la città di fondazione medioevale e il territorio con le sue frazioni a partire da Accumoli, che fu l’epicentro del sisma scala Richter 6.0 nella notte fra il 23 e 24 agosto di cinque anni, che investì l’Italia centrale colpendo Marche, Umbria e Abruzzo e lasciò 300 vittime.   

Brunella Fratoddi: voglio ricordare il sindaco Campanella
I primi anni post-sisma hanno registrato ritardi, lentezze, complicazioni burocratiche enormi. Legnini fu nominato commissario straordinario per la ricostruzione del sisma 2016 da Giuseppe Conte alla guida del governo giallo-rosso il 14 febbraio 2020. Adesso il ritmo pare mutato pur se, come osserva Brunella Fratoddi, la strada resta lunga e complicata. Lo dicono più segnali. 
Certo, le cose non sono facili. «Voglio ricordare Tonino Fontanella, il sindaco che ci ha lasciato maniera prematura e all’improvviso il 25 marzo scorso: era incisivo, si faceva ascoltare ed era capace anche a livello amministrativo. Il 4 ottobre dobbiamo tornare a votare e siamo in un’incertezza che disorienta», dice Brunella Fratoddi. La qualità delle persone, e di un sindaco, può incidere molto. «Aveva fatto molto in quasi due anni di mandato, aveva fatto un piano speciale per la ricostruzione  approvato qualche giorno dopo la sua morte. Così Legnini: ascolta le problematiche, si dà da fare con i decreti per semplificare le procedure, è presente in maniera costante, viene spessissimo». Lo dicono tanti, nelle zone del Cratere: il commissario nominato nel 2020 ha impresso un’accelerazione alle procedure. 
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I lavori e i progetti in corso e al via
«Pochi giorni fa è stato approvato un piano per un aggregato nel centro storico, si lavora per le frazioni, dovrebbero partire a breve i lavori per un tunnel di servizi lungo Corso Umberto e quelli con meno problematiche – racconta ancora l’architetto – si lavora alla viabilità, è stata individuata  un’area dove delocalizzare chi non può ricostruire nella zona rossa, nel centro storico, per esempio un palazzo di cinque piani che era più alto della torre civica, molto brutto, non verrà ricostruito così alto. Rispetto anche a due anni fa siamo certo avanti» (clicca qui per l’articolo del 2018). 
Un grosso condominio, “Il Piceno”, comprende 56 appartamenti: è stato costruito, completato ad aprile, non ancora consegnato, l’architetto segnala che sta partendo la ricostruzione della scuola alberghiera davanti al Comune, lei è rientrata nella sua casa a maggio. «C’è attività». Certo nessuno nega che ci sia ancora molto da lavorare, non si pensi che i problemi sono risolti. 

L’arte: il museo provvisorio finanziato da Enrico Brignano
Per quanto riguarda il patrimonio artistico? Amatrice aveva un bel museo civico intitolato al pittore-architetto-sculture cinquecentesco Nicola Filotesio detto Cola dell’Amatrice e un’appassionata direttrice, Floriana Svizzeretto, morta nella sua casa quel tragico 24 agosto 2016. «Abbiamo appena preparato la delibera per costruire un edificio vicino a quello comunale, un museo provvisorio pur se più piccolo in attesa di riprendere quello originario. Lo ha finanziato l’attore Enrico Brignano e un’azienda di finestre ci ha donato infissi anti-sfondamento – prosegue Brunella Fratoddi – La soprintendenza di Rieti ci restituirà a breve alcune opere restaurate, come una tavola di Cola, ora esposte nella mostra a Rieti “Oltre una sorte avversa” e riavremo altri lavori dai depositi. Speriamo le opere d’arte tornino presto: sono uno dei pochi elementi per ricostruire una memoria storica dove è rimasto poco, sono fondamentali, le persone vi si identificano».

L’arte “oltre una sorte avversa”
Quanto alla mostra citata dall’architetto, “Oltre una sorte avversa. L’arte di Amatrice e Accumuli dal terremoto alla rinascita” fino al 10 ottobre a Rieti offre dipinti, sculture e oreficerie a Palazzo Dosi Delfini, in piazza Vittorio Emanuele II. La rassegna ha un catalogo edito da Il Formichiere e, informa il comunicato, «raccoglie i risultati dei restauri di una prima selezione di opere d’arte recuperate dal territorio di Amatrice e Accumoli dopo il sisma del 2016 e conservate finora nel deposito allestito dal Ministero della Cultura presso la Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale». Il recupero delle opere rientra in un accordo tra la Fondazione Varrone, che ha promosso la mostra, la Diocesi di Rieti e gli enti locali con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per Frosinone, Latina e Rieti che ha curato l’appuntamento. 
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Cinque anni di foto del collettivo TerraProject
Sempre in campo espositivo, va ricordata la mostra fotografica diffusa in più luoghi nei comuni di Amatrice e Accumoli fino al 5 settembre: “Di semi e di pietre. Viaggio nella rinascita di un territorio” raccoglie cinque anni di scatti nei due paesi laziali e frazioni e zone marchigiane dal dopo – terremoto a questo 2021 a opera del collettivo di reporter TerraProject per le cure e coordinamento della photo editor e fotografa Giulia Ticozzi. I fotografi avevano ricevuto una commissione lunga un anno dal quotidiano La Repubblica, poi hanno proseguito in modo indipendente a documentare la vita delle persone, i cambiamenti e i luoghi da quel 2016 in poi e ora espongono il frutto di un lavoro costruito molto sulle relazioni personali con gli abitanti. 
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Il cantiere con lo studio Boeri al complesso “Don Minozzi” 
Rientriamo però ad Amatrice. Qui sono finiti i lavori per l’auditorium, annota l’architetto. Intanto un altro segnale: lo studio di Stefano Boeri progetta la ricostruzione dell’enorme complesso “Don Minozzi”, una sorta di cittadella di 18mila metri quadri, con un progetto che «si ispira all’enciclica “Ecologia integrale” di papa Francesco», vale a dire secondo criteri all’avanguardia di sostenibilità energetica come evidenzia l’accordo firmato nel 2018 dall’allora commissario straordinario Paola De Micheli con la diocesi di Rieti quale supervisore. «Era il più grande orfanatrofio d’Europa – ricorda l’architetto di Amatrice – Avrà anche altre funzioni, il Comune avrà lì gli uffici pubblici». Un altro tassello in via di ricomposizione.

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