Severodonetsk, o Sjevjerodonec’k, è la città nell’est dell’Ucraina occupata dalle forze d’invasione russa dal maggio dell’anno scorso. “Severodonetsk” è il brano con cui Manuel Agnelli si è aggiudicato con merito il premio Amnesty International Italia nella sezione dei big edizione 2023. La premiazione che si terrà a chiusura del 26esimo festival “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty” in calendario da venerdì 21 a domenica 23 luglio e che si tiene per la prima volta nella città veneta di Rovigo.
“Arriva un altro segno / Che io non so comprendere / Un’ombra così grande / Che non può esser mia”, recita l’incipit del brano tratto dall’album del 2022 “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Un brano in cui il chitarrista, cantante e autore intepreta con partecipazione umana, con timbri musicalmente profondi e corrosivi, senza didascalismi, un uomo dal futuro spezzato: un uomo che quando vede “Alla televisione / Parlare della guerra” sa che si parla della sua realtà, “La calma io l’ho vista / Non respira più”.
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“Amnesty International Italia ha scelto di premiare questa canzone perché affronta in modo profondo il tema della guerra e fornisce uno spunto universale sui diritti umani, mettendo al centro le persone e sottolineando l’importanza della vita”, dichiara nella nota stampa Alba Bonetti, presidente di Amnesty International Italia.
“Sono estremamente onorato – prosegue nel comunicato lo stesso Agnelli – di ricevere questo prestigioso premio. Ho sempre creduto che gli artisti dovessero avere un ruolo fondamentale nel trasmettere messaggi significativi. Ho scritto questa canzone per dare voce alle persone, vittime di violenza e sofferenza. Il mio obiettivo era di comunicare un messaggio che mettesse l’umanità al centro. Sono davvero felice che questa visione sia stata riconosciuta. Ricevere questo premio mi dà la sensazione di aver suscitato la reazione che speravo, corrispondente a ciò che desideravo raccontare”.
Vi interessa sapere chi erano gli altri nove musiciste e i musicisti selezionati per il premio di quest’anno? Erano Chiara Civello con “Sono come sono”; Dargen D’Amico con “Gaza”; Grazia Di Michele con “Dall’altra parte”; Dolcenera con “Mediterraneo”; i Marlene Kuntz con “Bastasse”; Nada con “In mezzo al mare”; Rancore con “Lontano 2036”; Massimo Ranieri con “Lettera di là dal mare”; gli Zen Circus featuring Claudio Santamaria con “118”. Ha votato una giuria formata da giornalisti, conduttori radiofonici e televisivi, intellettuali, rappresentanti di Amnesty International Italia e di Voci per la Libertà.
Quanto al festival “Voci per la libertà”, si tiene di Piazza Vittorio Emanuele II appunto a Rovigo, è a ingresso libero, viene presentato da Savino Zaba e Carmen Formenton, avrà anche quest’anno una gara per il Premio Amnesty International Italia nella sezione Emergenti.
Non ultimo dettaglio, come fa sapere il direttore artistico Michele Lionello nel comunicato, oltre alla tre giorni finale la rassegna fa parte di una “Settimana dei diritti umani”.
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