Stazione di Lugano, un giorno di fine gennaio del 1895. La polizia elvetica scorta verso un treno diretto a Basilea un gruppo di rivoluzionari italiani (anarchici per lo più, ma non solo). Sono ammanettati. Non hanno commesso alcun reato, ma le autorità cantonali non vogliono averli sul loro territorio. Sono mesi roventi. A Lione, IL 25 giugno dell’anno precedente, un anarchico italiano, Sante Caserio, ha ucciso a pugnalate il Presidente Sadi Carnot.
Uno degli ammanettati, il più noto, è il toscano Pietro Gori ed è stato avvocato e amico di Caserio. Per la polizia e per i giornali borghesi italiani è stato il mandante del delitto di Lione e per questo è riparato a Lugano. Scrive anche versi, in stile carducciano, e li adatta a melodie conosciute. Spesso le canta lui stesso, accompagnandosi alla chitarra. Ne ha composta anche una per l’occasione, mentre era in cella in attesa dell’espulsione dal Canton Ticino. Ha fatto circolare il testo fra i compagni.
Prima di salire sul treno il gruppo intona quella canzone mesta, “Addio Lugano Bella”, che rimarrà per sempre nel cuore dei combattenti per l’uguaglianza.
Molti di quei rivoluzionari cacciati da Lugano, a cominciare dallo stesso Gori, vagheranno davvero di terra in terra, scacciati senza tregua. D’altronde gli anarchici come li cantò nel secolo successivo il loro poeta più grande, Leo Ferré, han sempre gettato, testardi, la loro vita alla malora.
“Hanno al posto del cuore un sogno disperato
e le anime corrose da idee favolose.”
A ripercorrere, fra cronaca e mito, questa e altre vicende della lunga e nobilissima storia anarchica, e dell’innografia che le ha sempre accompagnate, è un volume-cd, uscito da pochi giorni per Squi[libri], nell’ambito della Collana dei libri del Club Tenco Si chiama Storie e Amori d’Anarchie ed è stato scritto da Sergio Secondiano Sacchi, storico autore e studioso della canzone d’autore. Il titolo mantiene tutte le promesse: il libro è un bellissimo florilegio (e un martirologio) di storie e vicende di anarchici famosi; Pietro Gori ovviamente, ma anche Buenaventura Durruti, la banda Bonnot, Ravachol, Sacco e Vanzetti, Joe Hill (il sindacalista e folk singer svedese- americano, fucilato nel 1915) Louise Michel, Giuseppe Pinelli.
Una raccolta di storie che racconta però anche pagine meno conosciute della storia dell’anarchismo, come quella argentina o quella statunitense, entrambe segnate dall’influenza di agitatori e teorici italiani (lo stesso Gori, Luigi Galleani, Errico Malatesta).
Il disco contiene riletture di classici come l’Inno Della Rivolta (“Nel fosco fin del secolo morente”), l’Addio a Lugano, A Las Barricadas, ma anche una traduzione in catalano de La Locomotiva gucciniana, una rilettura plurilingue della Canzone Del Maggio, di Fabrizio De André e anche, in chiusura la celebre Here’s to You di Ennio Moricone, i cui versi sono reinterpretati in italiano, francese, spagnolo, inglese e catalano (la parte italiana è dedicata a Giuseppe Pinelli).
Le canzoni facevano parte di uno spettacolo sul tema andato in scena a Barcellona nel 2014 e la cui versione italiana, rappresentata a Firenze, è stata fortemente da Staino, il vignettista padre di Bobo, i cui disegni intervallano il testo. Fra i musicisti Juan Carlos “Flaco” Biondini ( a lungo chitarrista di Guccini), Vittorio de Scalzi (ex New Trolls ), Peppe Voltarelli, Alessio Lega, Olden. Con loro bravi interpreti catalani e il regista e attore inglese Wayne Scott.
Un lavoro accuratissimo, che si legge e ascolta con grande piacere. Sacchi, oltre a raccontare queste, spesso toccanti, storie di uomini e donne, individua alcuni nessi fondamentali della storia dei libertari ( la dialettica fra organizzazione e individualismo, il dibattito sulla violenza e sugli attentati) e fornisce anche al lettore una serie di riferimenti bibliografici, discografici e anche cinematografici.
I vari paragrafi in cui si suddividono i ventidue capitoli (corrispondenti ai ventuno brani musicali più l’introduzione) sono titolati con versi di canzoni famose: una trovata divertente, anche se non necessaria, che poco aggiunge al valore del libro.
Alla fine si pensa al mito di Prometeo, ma anche a quello di Sisifo. Alla necessità e alla bellezza del tentare di cambiare il mondo del sogno dell’assalto al cielo. E viene in mente, ancora Leo Ferré, che nel suo Thank You Satan, fra i tanti ringraziamenti che rivolgeva al Demonio, includeva anche quello.
Per le idee che tu spargi nella testa dei cittadini,
per la presa della Bastiglia, anche non è servita a niente”.
Sergio Secondiano Sacchi – Storie e amori d’anarchie- Le canzoni e gli avvenimenti che raccontano un’idea di libertà e rivolta- Squi [libri] editore 2021 – 278 pagg – prezzo di copertina 25€. Disegni di Sergio Staino. Cd allegato.