Il 18 marzo sarà la “Giornata nazionale in memoria delle vittime di Coronavirus”. La Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha votato la proposta all’unanimità sulla data del primo lugubre viaggio dei camion militari con le bare dei morti partiti da Bergamo. E la città lombarda, dove si è verificata una strage soprattutto ma non solo di anziani, il 28 giugno ricorderà le vittime della pandemia con la “Messa da requiem” del bergamasco Gaetano Donizetti eseguita davanti al cimitero bergamasco e con l’invito ai 243 tutti i sindaci della Provincia bergamasca.
Suonerà l’Orchestra Donizetti Opera condotta dal direttore musicale del festival Riccardo Frizza con interpreti legati al territorio bergamasco e bresciano: Eleonora Buratto (soprano), Annalisa Stroppa (mezzosoprano), Piero Pretti (tenore), Alex Esposito (basso); da definire ancora il quinto cantante. Il Coro Donizetti Opera sarà diretto da Fabio Tartari. L’iniziativa porta la firma del Comune e dalla Fondazione Donizetti Opera.
Dice il sindaco Giorgio Gori: «Le vittime causate dall’epidemia da Covid-19 fra la città di Bergamo e la provincia sono state circa 6mila, di cui 670 in città. Non era semplice trovare un singolo momento che potesse condensare tutti i sentimenti della comunità bergamasca, ma abbiamo pensato che il Cimitero Monumentale di Bergamo, diventato purtroppo un luogo simbolo del dramma, potesse avere una valenza simbolica più forte di ogni altro luogo. Il pubblico, considerate le disposizioni di sicurezza, vorremmo fosse composto dai 243 sindaci della Provincia in rappresentanza di tutti i cittadini. Speriamo, anche se non abbiamo una conferma ufficiale, di poterci onorare della presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che abbiamo invitato».
La “Messa di Requiem”, ricordano gli organizzatori, “fu composta da Gaetano Donizetti nel 1835 per la morte di Vincenzo Bellini ed eseguita per la prima volta proprio nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 28 aprile del 1870”. La pagina donizettiana è incompleta: il compositore nato nel 1797 e morto nel 1848 nella sua città non compose il “Sanctus”, il “Benedictus” e l’“Agnus Dei”: