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I suoni del mare sfregiato nel disco ambientalista "Sea Shell"

Mauro Ottolini pubblica un album sostenuto da Legambiente, Greenpeace, Umbria Jazz e altri

I suoni del mare sfregiato nel disco ambientalista "Sea Shell"
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1 Aprile 2019 - 16.40


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Marco Buttafuoco

Loop, fischietti di Matera, strumenti artigianali (sardi e non) costruiti con zucche e canne di bambù, campanelli di bicicletta, acqua di rubinetto su piatti di metallo, tazzine e bicchieri rotti, percussioni (anche tribali della Sardegna), materiale plastico percosso e barattoli, strumenti ad acqua il didjeridoo degli aborigeni australiani. Nessun effetto speciale. È il materiale timbrico di questo disco. Un materiale che fa da supporto alle voci delle conchiglie che Mauro Ottolini raccoglie in ogni parte del mondo e alle quali ha dato (meglio sarebbe dire ridato) un’anima musicale. Sono esse le autentiche protagoniste di questo disco, Sea Shell, pubblicato da Azzurra Music con il sostegno di Legambiente, Greenpeace, Umbria Jazz, Crossroad e Festambiente Su, DOC Servizi. Sono loro a raccontare le storie di un mare sempre più sfregiato dall’arroganza umana; un mare invaso dalla plastica, dal petrolio dai rifiuti.

Nei tredici brani di Sea Shell in cui sembra essere il mare a parlare in prima persona: attraverso il canto delle conchiglie suonate dal leader, il suono del vento, i canti delle balene, il frinire delle cicale, le pietre parlanti dello scultore sardo Pinuccio Sciola. Spesso progetti così ambiziosi e impegnativi (anche dal punto di vista di quello che, una volta, si chiamava il messaggio) finiscono per diventare meri collage sonori, esibizione di colori musicali freddi, soliloqui artificiosi. Il lungo lavoro di Mauro Ottolini e dei suoi collaboratori ha, invece, il pregio di coinvolgere l’ascoltatore da subito. Dopo il bachiano (e monkiano) Funeral Dirge, suonato da sei conchiglie sovra incise (il lavoro dell’elettronica, curato da Stefano Stefanoni, in questa incisione è tanto importante quanto delicato) il racconto prosegue con il coinvolgente, danzabile, Voi siete Qui in cui le voci delle conchiglie dialogano le con le percussioni di Maurilio Balzameli. Nel terzo brano invece interviene Vinicio Capossela la cui voce ripropone la Madonna delle Conchiglie, una specie di filastrocca che già compariva in Profeti e Marinai, una riflessione malinconica e asciutta sul tema, eterno, dell’emigrazione, dello spaesamento e dell’integrazione.
Di bell’impatto, nel brano in questione, è l’uso delle conchiglie, che evocano gli antichi organetti di strada. Plastic Island evoca invece, attraverso la voce di Vincenzo Vasi e l’uso felice delle campionature elettroniche, atmosfere di musica Techno. Tracce come Prelude Prelude o Deep Water Horizon , ispirato al disastro (2010) della omonima piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico, ricordano, per la drammaticità, la colonna sonora che Philip Glass scrisse per Koyanisqatsi, il film di Godfrey Reggio, capolavoro della cultura ecologista. Bainzu, che vede Gavino Murgia alla voce e Gurunddgi Gadu, con il predicatore musicista aborigeno Rhys Waite, hanno invece un carattere rituale, di evocazione degli spiriti marini. Brani come Plastic Island o La Reina De las Conchas (calipso interpretato dalla bellisima voce di Vanessa Tagliabue York) evocano atmosfere da ballo di piazza (non a caso il progetto prevede anche una versione live, con strumenti “veri”).
In nessun passaggio queste storia sonore di mare, chiusa dal coro multietnico di voci bianche “Le Zucchine”, perdono d’interesse.

Sea Shell si ascolta e si riascolta dall’inizio alla fine, senza pause. Al primo ascolto può far pensare a una musica pop molto raffinata, ricca di sonorità inedite e di ritmi caraibici. È agli esami successivi che rivela la sua complessità e la sua intensità poetica. D’altronde Mauro Ottolini, trombonista e polistrumentista di vaglia, abita da sempre al confine fra la ricerca d’avanguardia e la musica popolare. Ama tanto il jazz (dal Dixie al Free) quanto Shoenberg, la musica di strada quanto Fred Buscaglione. Ha messo in piedi gruppi visionari (I Separatisti Bassi, Sousaphonix) ma anche scritto arrangiamenti per Patty Pravo, Vinicio Capossela (della cui band fa spesso parte), Daniele Silvestri e tanti altri.

Il disco, fabbricato in materiali riciclabili (mentre la copertina è stampata con inchiostri vegetali) non è disponibile su sulle piattaforme digitali. Ottolini propugna, infatti, il ritorno a un’ecologia dell’ascolto consapevole. Su You Tube è invece disponibile abbinato un cartone animato, La Reina De Las Conchas sceneggiato da Ottolini e che racconta la storia di un paguro (con le sembianze del musicista veronese) che è stato costretto ad abitare in un bicchierino di plastica. Una storia vera ed emblematica, come dimostra la foto di copertina.

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