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Secondary ticketing: a processo i big della musica live in Italia

Sono nove gli indagati: tra loro Roberto De Luca e Antonella Lodi di 'Live Nation Italia', Corrado Rizzato ex amministratore di 'Vivo' e Domenico d'Alessandro di 'Di Gi'. Ricavi da capogiro

Secondary ticketing: a processo i big della musica live in Italia
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15 Dicembre 2017 - 16.52


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Una truffa ai danni dei consumatori, degli appassionati di musica che spesso sono giovanissimi. Oggi la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per nove indagati, tra persone fisiche e società nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella vendita online dei biglietti di concerti nel cosiddetto ‘secondary ticketing’ Le accuse soino pesanti: rischiano il processo per i reati di aggiotaggio e di truffa, fra gli altri, Roberto De Luca e Antonella Lodi di ‘Live Nation Italia’ e ‘Live Nation 2’, Corrado Rizzato, ex amministratore di ‘Vivo’, Domenico d’Alessandro di ‘Di Gi’.

La procura milanese ha chiesto di mandare a dibattimento anche Charles Stephen Roest, amministratore del sito internet di rivendita di biglietti ‘Viagogo’, mentre la posizione di Kaur Rashvinder Dhoot, legale rappresentante della società svizzera, è stata stralciata. econdo il capo di imputazione i promoter, che dal meccanismo accertato avrebbero incassato dal 2011 al 2016 ricavi per oltre un milione di euro, da un lato, avrebbero fatto credere al pubblico “divulgando false informazioni” che i biglietti dei concerti fossero quasi esauriti inducendo i fans ad acquistarli “ad un prezzo estremamente più elevato rispetto al valore facciale”. Dall’altro lato, avrebbero anche stipulato “accordi occulti” con il sito di bagarinaggio online Viagogo, sul quale “un elevato numero di biglietti” veniva messo in vendita “a un prezzo ingiustificatamente maggiorato rispetto a quello stabilito dagli artisti”.

L’accordo, secondo l’accusa, prevedeva che il 90% degli incassi ottenuti dalla vendita dei biglietti ricevuti direttamente dagli organizzatori venisse retrocesso “sotto forma di consulenza” agli stessi promoter mediante “fatture oggettivamente false”. E, stando a quanto era emerso dalle indagini, con questo sistema non solo sono stati danneggiati i fan di Bruce Springsteen o dei Coldplay che, per un concerto si trovavano a dover sborsare cifre da capogiro, ma anche la Siae che si è vista non versare i diritti d’autore.

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