No Streaming, no party. O sarebbe meglio dire: no streaming, no classifica affidabile dei brani più popolari. Impossibile, nello stato di cose attuali, non tener conto delle views di Youtube (basti pensare a Despacito) o degli ascolti su Spotify.
Quindi lo streaming entra anche nella prestigiosa classifica musicale di Billboard. La rivista statunitense rivedrà il metodo di calcolo utilizzato per stilare la Hot 100 (include i cento singoli più ascoltati negli Stati Uniti) e la Billboard 200 (cataloga i duecento album più venduti negli Usa) e dal prossimo anno darà maggiore enfasi ai servizi come Apple Music. In particolare, i calcoli per i grafici relativi alla diffusione dei brani saranno differenziati tra servizi “a pagamento” e “free, supportati dalla pubblicità”. Insomma, i servizi di streaming saranno pesati diversamente per determinare la loro diffusione a livello globale dei brani e degli album. L’obiettivo è correggere il peso dell’offerta gratuita di Spotify e dei video pubblicati gratuitamente su YouTube.