Neal Barnard è un medico, un professore universitario e un ricercatore. Ha 65 anni e di giorno si ritrova in clinica, in ospedale o in università, mentre la sera, chitarra alla mano – una Gibson Les Paul -, in compagnia della sua band, i CarbonWorks, si chiude in studio a provare e riprovare brani, che spaziano dal rock al jazz.
«I Beatles hanno trasformato la mia vita in bianco e nero in una vita a colori», racconta in un’intervista pubblicata su repubblica.it.
Far “viaggiare” parallelamente l’attività di medico e quella di musicista non è stato semplice: «Ho lavorato sodo, ma una giornata è composta da 24 ore», aggiunge. «Da studente, ad esempio, di giorno lavoravo in ospedale, mentre la sera provavo con il gruppo». Come fa tuttora, del resto.
Con i CarbonWorks lo scorso mese di dicembre ha dato alle stampe il primo album, omonimo (“CarbonWorks”), e il primo singolo estratto dalla produzione, dal titolo “Louder Than Words”, è finito dritto dritto nella Top 40 americana. Un altro ottimo brano contenuto nel disco è “Samurai”, il cui video è stato realizzato a fine gennaio.
Molti i suoi fan illustri: da Alec Baldwin a Moby, da Bill Clinton a Ellen DeGeneres.