Un fiume di musica che si trasforma in un esperimento da guinness sul tempo e sulla risposta dell’organismo alla sollecitazione protratta e insistente di suoni che non hanno strappi o cuciture, né punti di riferimento.
È quello che gli ascoltatori potranno provare il 20 ottobre nella sede degli ‘Amici del Loggione del Teatro alla Scala di Milano’. Qui, alle 20, verrà eseguita la versione ‘breve’ (di due ore e 45 minuti, quella lunga occuperebbe ben sette ore) della Sonata n. 5 per pianoforte del compositore Carlo Alessandro Landini, diplomato in Pianoforte al Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Milano, dov’e’ nato, e al ‘Conservatoire National Superieur de Musique’ di Parigi, e al conservatorio di Piacenza, e vive nel Parmense. Ad interpretare il lungo brano sarà il pianista genovese Massimiliano Damerini.
La serata evento è un esperimento che mette alla prova l’ascoltatore, il suo organismo e il suo orecchio: l’idea, come spiega il compositore Landini che ha lavorato ininterrottamente per sei anni su questo lungo brano, non ha precedenti. Non ci sono infatti altri esempi di concerti di questo tipo con una musica insistente e senza tregua. L’ascoltatore, nelle intenzione del compositore, durante le quasi tre ore smarrirà qualunque nozione del tempo, incapace di orientarsi a causa della musica che lo investirà senza alcuna sosta.
Il concerto, nel suo genere eccezionale, è definito in tedesco durchkomponiert, cioè una musica continua, senza battute di arresto. Quello che rende dunque questo pezzo originale e irripetibile (realizzato in più versioni da 3, 4, 5 o 6 ore) è il suo essere stato progettato e costruito in un’unica grande, enorme ‘campata’ sonora di musica senza interruzione, un diluvio di note che per l’autore portano in una dimensione senza tempo, per gustare la musica con lentezza.
La serata speciale ha ricevuto il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, della Società italiana di musica contemporanea e di Expo in città 2016. La mastodontica partitura – 653 pagine nella sua versione integrale – si inserisce in un lungo percorso di sperimentazione sul tempo musicale che il compositore milanese ha iniziato oltre 15 anni fa e sviluppato alla Columbia University di New York con Jonathan Kramer, massimo esperto in materia.