Il più famoso concorso musicale europeo l’Eurovision Song Contest ha visto la vittoria della cantante ucraina Jamala che ha trionfato in questa 61ma edizione.
Il successo della canzone 1944 è diventato però subito un caso politico infatti, il senatore russo Klintsevitch Frantz ha dichiarato: “È la politica che ha sconfitto l’arte”. “L’Ucraina in realtà ha perso” sentenzia poi il presidente della Commissione Esteri del Senato russo, Konstantin Kosachev, dalla sua pagina Facebook.
Il brano1944 ricorda la storia vissuta dalla bisnonna materna della cantante che si trovava tra i Tartari deportati nel 1944. Accusati di collaborare con la Germania nazista, circa 200mila persone di questo gruppo etnico furono deportate dalla Crimea all’Uzbekistan per ordine di Josip Stalin: molti morirono per malattie e fame.
Prima della competizione La canzone aveva già suscitato polemiche perché era stata interpretata come una critica all’annessione russa della Crimea, nel marzo 2014. Tanto che Mosca aveva tentato di bloccare la partecipazione di Jamala chiedendo la squalifica del brano.
La giuria, ammettendo il testo, ha dato il via alla polemica che si è accesa acon la netta vittoria dell’Ucraina che con 534 punti si è piazzata prima davanti all’Australia, ma soprattutto davanti al rappresentate della Russia Sergey Lazarev.
Sul podio oltre a Ucraina e Russia che sui media chiede l’annullamento dei risultati della competizione, anche l’Australia, ammessa quest’anno in quanto Paese extra-europeo dove il festival ha gli ascolti più alti. L’italiana Francesca Michielin, scelta dopo la rinuncia degli Stadio, aventi diritto perché vincitori del festival di Sanremo si è classificata al 16mo posto.