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Il 2016: l'Annus Horribilis della musica

David Bowie, Glenn Frey, Paul Kantner, Keith Emerson, George Martin, e adesso Prince: il 2016 si sta portando via i grandi della musica.

Il 2016: l'Annus Horribilis della musica
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22 Aprile 2016 - 11.09


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di Davide Monastra

Che anno terribile, questo 2016! Dopo David Bowie, Glenn Frey, Paul Kantner, Keith Emerson, George Martin ci ha lasciato orfani di un altro gigante della musica: Prince.

Stupore e tristezza: sentimenti inevitabili di fronte a qualsiasi morte, che si amplificano ancora di più quando ad andarsene sono personaggi che, quasi certamente, con il loro infinito talento avrebbero avuto ancora tanto da dire nell’arido panorama culturale in cui tergiversa la nostra sterile società, capace (per ragioni di bieco business) di creare solo omarini con lo stampino.

Prince, genio sregolato e ribelle, schivo e mai domo, ha rivendicato sempre – nei suoi brani e nel suo modo di vivere – la libertà. Libertà artistica che ha ottenuto senza accettare e/o scendere a compromessi, senza mai chinare il capo agli ordini delle major. L’esempio lampante? Quei mille nomi scelti in carriera (The Symbol, The Artist, Tafkap, ovvero The Artist formerly known as Prince) pur di continuare a comporre musica e non essere mai “slave”, schiavo – scritta che è apparsa più volte sul suo volto durante la lunga battaglia legale per i diritti delle sue canzoni contro la Warner.

A egregie cose il forte animo accendono/l’urne de’ forti“: il verso di foscoliana memoria sia una guida in momenti come questo; l’unico pensiero che c’è da augurarsi per far sì che anche la musica (la cultura in generale) rialzi la testa, prendendo esempio da Prince e dagli altri grandi che hanno scelto questo 2016 per andarsene.

Bowie, Frey, Kantner, Emerson, Martin, Prince se ne sono andati tutti nello stesso modo in silenzio, senza fare rumore, all’improvviso, lasciando dolore e vuoto. Vuoto colmabile solo grazie alle note che hanno lasciato come eredità.

E dunque non sarà un caso se nei prossimi decenni ci ricorderemo tutti di questo anno, di questo orrendo 2016, come l’annus horribilis della musica rock e pop.

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