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Anzaldi: "Chi ci ha guadagnato dal ritorno in Rai di Miss Italia? La Miren faccia chiarezza"

Il segretario della Commissione di Vigilanza Rai esprime le sue perplessità sulla dichiarazione della Miren Srl che sostiene che non c'è stato alcun rapporto economico con la Rai. Ma allora chi ha organizzato Miss Italia 2019?

Anzaldi: "Chi ci ha guadagnato dal ritorno in Rai di Miss Italia? La Miren faccia chiarezza"
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15 Novembre 2019 - 17.14


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Onorevole Anzaldi, la Miren Srl, l’azienda di Patrizia Mirigliani la cui famiglia organizza da sempre Miss Italia, è stata condannata a pagare oltre 1,2 milioni di euro alla società che aveva prodotto le passate edizioni televisive del concorso. Lei ha tirato in ballo la Corte dei Conti e chiesto spiegazioni alla Rai, ma la Mirigliani ha detto che la sua società non ha avuto alcun rapporto economico con la Rai. Come risponde?
“Il comunicato della Miren Srl è davvero inquietante e alimenta ancora di più dubbi, opacità e misteri dietro l’incomprensibile ritorno di Miss Italia in Rai dopo 6 anni dallo stop decisa dall’allora presidente Tarantola. In pratica la società della Mirigliani pubblica un comunicato sul sito di Miss Italia dove dice che loro non c’entrano nulla con la messa in onda su Rai1 di Miss Italia, che la Miren non ha preso soldi, che non è neppure titolare del marchio. Ma davvero vogliono far credere che loro non c’entrano nulla? E’ proprio il loro sito che li smentisce”.
A cosa si riferisce?
“Basta andare sul sito di Miss Italia per verificare, nella pagina del regolamento, che le aspiranti Miss che intendevano iscriversi al concorso dovevano indirizzare la domanda di iscrizione alla società MIREN SRLUS Piazza di Villa Carpegna, 45, Roma. Questa società non c’entra nulla con la MIREN SRL, Piazza di Villa Carpegna, 45, Roma? Sono società fotocopia? Chi è davvero titolare del marchio? Chi ha avuto rapporti con la Rai? Se loro non c’entrano nulla, chi è che ha organizzato Miss Italia? E perché rispondono dal sito di Miss Italia? E perché a lanciare e promuovere Miss Italia sulle reti Rai era proprio Patrizia Mirigliani? A che titolo lo faceva, se ora dice di non aver avuto alcun ruolo? Mi auguro che qualcuno faccia chiarezza, se non la Rai spero la magistratura contabile e ordinaria”.
Perché chiede l’intervento dei magistrati della Corte dei Conti, ai quali ha inviato una lettera ad agosto?
“Scopriamo che la Miren Srl, la società di Patrizia Mirigliani, aveva un debito da oltre 1,2 milioni di euro con la società che aveva prodotto negli anni scorsi Miss Italia su La7. Ora la Miren è stata condannata dal Tribunale a pagare quel debito, più gli interessi. Per saldare questo debito vengono utilizzati gli introiti e quando la Mirigliani ha incassato dal ritorno di Miss Italia in Rai? Insomma: quella decisione opaca di trasmettere Miss Italia su Rai, presa in segreto ad agosto senza nemmeno passare dal Cda, ha permesso di salvare i conti di qualcuno? Già da giugno si sapeva che La7 di Urbano Cairo aveva chiuso ogni rapporto con la Mirigliani, che quindi era alla ricerca di qualcuno che trasmettesse il suo concorso. Chi ci ha guadagnato davvero? E perché il Cda è stato tenuto all’oscuro, come hanno denunciato i consiglieri Borioni, Coletti e Laganà? L’amministratore delegato Salini e la direttrice di Rai1 De Santis dovrebbe essere chiamati a dare chiarimenti in Cda”.
Perché tira in ballo Teresa De Santis?
“Rispondendo ad una mia interrogazione presentata ad agosto, la Rai ha messo nero su bianco che ‘il ritorno di Miss Italia sulle reti Rai è frutto di una valutazione editoriale del Direttore di Rai 1’. De Santis sapeva del debito milionario della società di Mirigliani? Per la Rai Miss Italia è stato un costo, non è vero che è andata in onda gratis. La Rai ha pagato il conduttore, un altro artista a sostegno dello stesso, due
autori per i loro testi, uno dei quali, Casimiro Lieto, è poi finito agli arresti. Ha messo, inoltre, a disposizione un regista e un aiuto regista interni, due assistenti alla regia interni e due consulenti musicali interni. Non si tratta di pochi euro, ma di diverse decine di migliaia almeno. E’ ora che su questa storia venga fatta chiarezza. Di mezzo ci sono i soldi dei contribuenti”.

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