Trent’anni fa, il 2 aprile 1990, a 85 anni moriva nella sua Roma Aldo Fabrizi (o all’anagrafe Fabbrizi con due “b”: attore comico e drammatico, che fu anche regista, sceneggiatore, produttore, nonché autore di poesie in romanesco, personalità imponente anche dal punto di vista fisico, in tv spopolò nel 1971 in un varietà ricco di umanità e di un umorismo bonario su usi e vezzi degli italiani insieme a Ave Ninchi, Paolo Panelli e Bice Valori.
Fabrizi vinse un David di Donatello alla carriera nel 1988, un Nastro d’argento come miglior protagonista nel 1951 per “Prima comunione” di Alessandro Blasetti e nel 1975 come miglior attore non protagonista per “C’eravamo tanto amati” di Ettore Scola.
Tra i tanti film in cui ha recitato, da “Totò contro i quattro” di Steno (1963) a “Made in Italy” diretto da Nanni Loy nel 1965 alla “Tosca” firmata Luigi Magni, nel 1951 l’artista romano diresse e interpretò “La famiglia Passaguai fa fortuna”. Per il trentennale della scomparsa di Aldo Fabrizi il Festival del Cinema Europeo di Lecce annuncia il restauro della pellicola a cura della Cineteca di Bologna e RTI – Mediaset presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. La rassegna pugliese, che era in programma ad aprile, presenterà il film restaurato nella retrospettiva di film sull’artista romano accompagnata da una mostra a cura della nipote Cielo Pessione, con fotografie, manifesti, locandine, abiti di scena, sceneggiature, ricette gastronomiche, tratte dall’Archivio Fabrizi. Il festival leccese proietterà anche il film “Fabrizi & Fellini: lo strano incontro” di Luca Verdone e ospiterà una tavola rotonda moderata da Enrico Magrelli, critico e tra l’altro uno dei conduttori di Hollywood Party di Radio3.
La XXI edizione del festival doveva tenersi ad aprile: come logico, è stata rinviata alla classica “data da destinarsi” per il blocco contro il contagio del Coronavirus.
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