Fausto Brizzi si difende: "mai molestato nessuno, i processi si fanno nei tribunali, non nei talk show" | Giornale dello Spettacolo
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Fausto Brizzi si difende: "mai molestato nessuno, i processi si fanno nei tribunali, non nei talk show"

Il regista: "non sono mai andato a letto con una donna che non fosse assolutamente consenziente, sono completamente innocente"

Fausto Brizzi si difende: "mai molestato nessuno, i processi si fanno nei tribunali, non nei talk show"
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5 Febbraio 2019 - 19.52


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“Non sono un santo, ma neanche un orco o Barbablù. Non voglio certo sembrare un martire, magari sono stato superficiale e imprudente, ma non sono mai stato a letto con una donna che non fosse ampiamente consenziente”. A parlare è Fausto Brizzi, regista accusato ormai oltre un anno fa di molestie sessuali a scapito di attrici, accuse che il regista ha sempre negato con forza: “i processi non si fanno nei talk show, ma in tribunale. Quando è uscito il mio nome ho detto al mio avvocato di far sapere che ero disponibile a essere ascoltato in qualsiasi momento. Quando sono stato interrogato, ho messo a disposizione il mio telefono e ho consentito l’accesso ai miei dati, alle mie mail e alla mia sfera privata in assoluta trasparenza e buona fede”.
Il regista, in procinto di uscire nelle sale con il nuovo film ‘Modalità aereo’, dice che “la persona che più mi ha aiutato in assoluto” è stata Claudia Zanella, sua moglie e madre di sua figlia: “La prima a non credere a nulla, a scrivere una lettera per dire che gli eventuali tradimenti erano una questione che riguardava soltanto noi due”.
“La molestia – aggiunge il regista – è una cosa seria in molti ambiti di lavoro, compreso ovviamente il mio, ma è un argomento che andrebbe trattato nei tribunali seguendo le leggi dello Stato e non quelle degli indici d’ascolto o dell’opinione pubblica”. Brizzi nega di avere “mai fatto un provino o un casting che non fosse nella sede della produzione. Tra l’altro, chi mi ha denunciato in Procura non parla affatto di provini. Se un regista incontra una ragazza a casa sua, la questione attiene alla sfera privata. Si chiama vita”. E conclude: “Non è una molestia tentare di sedurre o approcciare una persona, lasciandole la possibilità di accettare o dire no all’avance”.

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