Adil, una vita di stenti in Marocco. E poi il miracolo del cinema | Giornale dello Spettacolo
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Adil, una vita di stenti in Marocco. E poi il miracolo del cinema

Il film "My name is Adil" di Adil Azzab racconta le vicissitudini (vere) di un ragazzino che vive nelle campagne marocchine e arriva in Italia a 13 anni. Un omaggio al coraggio più testardo

Adil, una vita di stenti in Marocco. E poi il miracolo del cinema
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9 Ottobre 2017 - 18.12


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Adil odia le pecore. Perché per badare al gregge di famiglia non può nemmeno studiare e giocare a calcio con gli altri bambini. E se un agnello si perde, sono botte. Dove vive lui non c’è asfalto né televisione. Vede un lampione accendersi per la prima volta a 12 anni. Quando dal Marocco arriva a Milano, a soli 13 anni, vuole diventare elettricista. E ci riesce. Poi si mette in testa di diventare regista per raccontare in un film la sua storia. E ci riesce. È questa la straordinaria storia raccontata nel film My name is Adil di Adil Azzab, Andrea Pellizzer, Magda Rezene, nei cinema d’Italia il 24, 25, 26 ottobre distribuito da Unisona Live Cinema. Il film sarà al cinema anche nelle settimane e nei mesi successivi grazie al sistema di prenotazione sviluppato da Unisona a disposizione di scuole, associazioni e gruppi.
Il film ha partecipato a oltre 20 film festival internazionali dove ha ottenuto numerosi riconoscimenti di critica e pubblico. Tra i premi ottenuti quelli del 19/mo Religion Today Film Festival di Trento, il 32/mo Alexandria Mediterranean Film Festival, il 22/mo Ventotene Film Festival, il 10° Tangier internazionale Film Festival e il Miami indipendent Festival – Monthly edition.
Girato tra il Marocco e l’Italia, il film racconta la vera storia di Adil, un bambino che ha vissuto i primi 13 anni della sua vita nella più arretrata campagna marocchina. Adil sa che restare nel suo paese significa avere un destino segnato, e stanco delle angherie dello zio che lo ha requisito come pastore, decide di partire e di raggiungere il padre emigrato in Italia per lavorare e mantenere la famiglia. Il cerchio si chiude quando Adil, ormai adulto, dopo dieci anni di assenza dal Marocco, ritorna nel suo paese di origine alla riscoperta delle proprie radici: il viaggio lo aiuta a intrecciare i fili della sua storia e della sua identità, perché “solo se conosci da dove vieni, puoi sapere chi sei”. Adil attualmente vive e lavora a Milano.
Il film è stato prodotto dall’associazione Imagine Factory, da Adil Azzab, Andrea Pellizzer, Magda Rezene, Gabrio Rognoni, Roberta Villa. Distribuito da Unisona Live Cinema con il patrocinio di Amnesty International – Italia, Emergency e dell’associazione Sulleregole. Realizzato a budget zero in modo indipendente grazie a un crowdfunding che ha visto il sostegno del regista Gabriele Salvatores.
Altre info su ww.unisonacinema.it/mynameisadil/cinema-serale

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